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Come, dove e quanto si informano gli italiani sull’emergenza sanitaria? Intanto sale la domanda di informazione

Il 91% dei cittadini italiani consulta un mezzo di informazione una volta al giorno, prima dell’inizio della quarantena il dato era dell’80%.

Lo dimostra il nuovo studio realizzato da Nomisma in collaborazione con Crif su un campione di 1.000 italiani tra i 18 e i 65 anni. L’osservatorio dal titolo “Lockdown. Come e perché sta cambiano le nostre vite” afferma che la metà degli italiani – precisamente il 49% – cerca informazioni due volte al giorno sull’evoluzione della situazione Covid-19, su quanto durerà ancora il lockdown e sulle modalità di ripartenza, il 42% lo fa più di 3 volte.

Il dato che vede in crescita costante la domanda di informazione è sicuramente positivo, i cittadini si informano di più, si informano meglio e quindi si rendono più coscienti. Ma non c’è da sottovalutare il rischio di over-information, ovvero quella condizione per la quale si assorbono informazioni solo in modo parziale e disattento.

Cala invece la percentuale di persone che scelgono di non informarsi affatto: prima della emergenza sanitaria erano il 5%, secondo lo studio ad oggi sono il 2%. Quindi la domanda di informazione cresce, soprattutto su argomenti principalmente legati all’emergenza Covid-19, ma in generale ci si informa di più.

I mezzi preferiti dagli italiani sono la tv (utilizzata dal 91%) e il web. Nel dettaglio, su internet ci si affida maggiormente a siti web istituzionali (47% della popolazione) ritenuti la fonte più chiara e immediata, e ai social network, tramite gli account ufficiali delle istituzioni (Palazzo Chigi, Premier Giuseppe Conte), seguiti abitualmente dal 36%. Il 26% dei cittadini sceglie ancora i giornali per reperire informazioni verificate, percentuale ancora in calo.

Dal punto di vista reputazionale, l’80% delle persone afferma di riporre piena fiducia in fonti istituzionali, il 63% si fida della televisione, i giornali (online e cartacei) riscuotono la fiducia del 48% dei cittadini.

Irene Vitale

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