Colao, la sovranità tecnologica richiede eccellenza ma anche regole

Quello a cui dobbiamo puntare è una ‘non-dipendenza’ europea e italiana ecco perché secondo il ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale, Vittorio Colao, “dobbiamo ambire all’eccellenza tecnologica, ma anche ad una eccellenza normativa, per policy e allocazione di risorse”.

“Sono ottimista di natura: sì, ce la faremo, ci sono buone condizioni di investimento. Ma dobbiamo aggiungere un’altra ambizione, dobbiamo permettere più sperimentazione, liberare spazi giuridico-regolatori, un po’ come cambiare occhiali per guardare al futuro con gli occhiali del futuro e non gli occhiali del passato”, ha proseguito Colao durante il suo intervento alla presentazione di un rapporto del Centro Economia Digitale.

“Vogliamo l’edge computing, vogliamo il 5G ma dobbiamo essere in grado di dare permessi per realizzare queste cose non in 210 giorni ma in un numero ragionevole” di giorni. 

Il ministro ha poi messo l’accento sulla necessità di far crescere le skill digitali del nostro Paese, così da portare l’Italia a un livello internazionale per competenze. Nel mondo, infatti, esistono “due grandi sovrani, quello americano che è sovrano dell’innovazione e poi un sovrano della sperimentazione che è la Cina: noi siamo tra questi due e dobbiamo collaborare e competere”. Per questo i ragazzi devono studiare materie stem (Science, Technology, Engineering and Mathematics, NDR)” ha affermato Colao indicando che in Italia “non voglio avere campioni nazionali voglio avere atleti di livello internazionale”.

Per l’Europa, quindi, la sfida è con i ‘giganti’ Usa e Cina. È “un gigante gentile, ma anche un po’ sonnolento. Dobbiamo recuperare“, avverte il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega agli Affari Europei, Vincenzo Amendola: “E’ un lungo cammino perchè partiamo in ritardo. Questo gigante gentile deve rialzarsi, investire come stiamo facendo. Usiamo risorse, e questa volta anche bond, per finanziare questa strategia”.