ROMA (ITALPRESS) – “Riteniamo obbligatorio che il governo faccia di piu’: abbiamo bisogno di un’immissione di liquidita’ assoluta, altrimenti si mette in moto un meccanismo di non pagamenti e di insoluti fra clienti e fornitori che metterebbe in ginocchio l’economia italiana”. E’ un segnale d’allarme quello che lancia Daniele Vaccarino, presidente della Confederazione nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa, in un’intervista all’Italpress. L’auspicio e’ che si crei “una forte unita’ all’interno del Paese, perche’ affrontare questa drammaticita’ con scontri tra le forze politiche o fra le istituzioni e’ una cosa deleteria”.
Per Vaccarino il decreto per la liquidita’ ha alcuni punti critici, tra cui il fatto che “e’ assolutamente a discrezione delle banche, per come e’ scritto il decreto, il finanziamento sopra i 25 mila euro, e la storia ci insegna che le banche considerano i finanziamenti solo per i cosiddetti bancabili”.
“Noi siamo estremamente preoccupati per i pagamenti nelle piccole imprese – sottolinea il presidente della Cna -. Abbiamo gia’ segnali che il sistema delle grandi imprese posticipera’ tutti i pagamenti delle fatture in scadenza. Se a questo si aggiunge che non c’e’ un’accelerazione da parte della pubblica amministrazione, abbiamo il rischio che il blocco della liquidita’ per le imprese impedisca di reggere. Il punto e’ che la difficolta’ di reperire il denaro puo’ portare molte aziende, magari gestite da persone non piu’ troppo giovani, a dire: io non vado piu’ a farmi debiti strani e chiudo la tenda”.
“Noi chiediamo che le risorse che devono essere utilizzate per la sopravvivenza delle imprese non debbano passare attraverso tutti i cavilli burocratici e gli intoppi che il sistema bancario puo’ mettere in campo per frenare queste immissioni di liquidita’”, aggiunge Vaccarino, che per la “fase due” si dice favorevole “ad aperture controllate e graduali, pero’ bisogna accelerare. Non chiediamo una data perche’ sarebbe una forzatura, ma diciamo che bisogna predisporre un piano di aperture – aggiunge -. Ogni impresa deve sapere in quale prospettiva si colloca: nazionale, regione per regione, per settore o per filiera. Noi sosteniamo la filiera, e in particolare per le aziende che fanno esportazione e si confrontano con altri concorrenti europei che stanno gia’ lavorando. Ci sono delle priorita’ da scrivere, sapendo che oggi i titolari anche di imprese piccole hanno predisposto la possibilita’ di lavorare in scurezza. Quindi, anche senza una data precisa, cominciamo a mettere nell’impresa la sensazione che sia vicina la ripartenza”.
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