ROMA (ITALPRESS) – La cybersecurity è un tema che riguarda tutti, vista l’enorme mole di dati sensibili presenti ormai sui nostri dispositivi. Quali rischi e quali opportunità vengono dall’avanzata delle tecnologie? Quanto è sicuro il 5G? Italpress ne ha parlato con Luca Piccinelli, capo della cybersecurity di Huawei Italia.
“Il 4G ha una parola di crittografia codificata di 128 bit e il 5G di 256 bit – afferma Piccinelli -. Lo spazio di sicurezza cibernetica raddoppia in termini di efficienza. Quindi non è vero che il 5G è meno sicuro. Il 5G è più sicuro. Noi cerchiamo di implementare nelle nostre macchine la miglior tecnologia possibile seguendo degli standard. I dati invece sono in mano agli operatori, sono in mano agli over the top come Google, Amazon Facebook, che invece gestiscono un’enorme quantità di dati ma fanno parte di un livello applicativo che non è invece il livello in cui opera un’azienda come Huawei”.
Ma qual è il contributo che ognuno di noi può dare alla sicurezza informatica globale? Per esempio le password come vanno gestite?
“Anzitutto gestirle bene. Di per sè le password sono un momento importante, peraltro l’autenticazione è sempre più a due passi, quindi password per le informazioni importanti ce ne sono due, la seconda spesso arriva sui cellulari. In ogni caso bisogna sfruttare e seguire le regole – afferma Piccinelli -. Si parla spesso, per esempio, di smartworking. Il mio suggerimento è utilizzare le VPN aziendali, le reti aziendali. Non mischiare connessioni improprie non aziendali con le connessioni aziendali, evitando poi risposte a mail di phishing che richiedono di cliccare in determinati siti che poi connettono a link anomali”.
(ITALPRESS).
“Il 4G ha una parola di crittografia codificata di 128 bit e il 5G di 256 bit – afferma Piccinelli -. Lo spazio di sicurezza cibernetica raddoppia in termini di efficienza. Quindi non è vero che il 5G è meno sicuro. Il 5G è più sicuro. Noi cerchiamo di implementare nelle nostre macchine la miglior tecnologia possibile seguendo degli standard. I dati invece sono in mano agli operatori, sono in mano agli over the top come Google, Amazon Facebook, che invece gestiscono un’enorme quantità di dati ma fanno parte di un livello applicativo che non è invece il livello in cui opera un’azienda come Huawei”.
Ma qual è il contributo che ognuno di noi può dare alla sicurezza informatica globale? Per esempio le password come vanno gestite?
“Anzitutto gestirle bene. Di per sè le password sono un momento importante, peraltro l’autenticazione è sempre più a due passi, quindi password per le informazioni importanti ce ne sono due, la seconda spesso arriva sui cellulari. In ogni caso bisogna sfruttare e seguire le regole – afferma Piccinelli -. Si parla spesso, per esempio, di smartworking. Il mio suggerimento è utilizzare le VPN aziendali, le reti aziendali. Non mischiare connessioni improprie non aziendali con le connessioni aziendali, evitando poi risposte a mail di phishing che richiedono di cliccare in determinati siti che poi connettono a link anomali”.
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