Il 10 ottobre 2023 la Corte di Cassazione ha emanato un’ordinanza in cui si è espressa in merito alla questione del rating reputazionale e della trasparenza dei dati. Il rating reputazionale è un codice composto da 5 valori e che fornisce informazioni dettagliate su una persona o organizzazioni come aziende ed enti.
Il rating reputazionale si compone a partire da una stringa di numeri autorevole e verificabile che, tenendo conto di diversi fattori, valuta la reputazione delle aziende. In sostanza, è una sorta di certificato di garanzia, un biglietto di visita.
Le modalità di calcolo sono spiegate nel Codice della Reputazione universale e i dati per la programmazione sono raccolti dal gruppo di ricerca coordinato da PwC Advisory SpA.
L’Europa ha scelto di intraprendere la strada della trasparenza affidandosi a dei metodi di valutazione imparziali e inclusivi, in linea con il Regolamento europeo sull’ Intelligenza Artificiale (IA). Gli obiettivi principali sono garantire la sicurezza collettiva e ottenere la deflazione del contenzioso per le aziende.
L’algoritmo possiede anche un “effetto memoria” nel senso che nel caso di alcuni provvedimenti legali a carico di un’impresa, il trascorrere del tempo incide sul punteggio. Ciò significa, che nonostante i trascorsi, il codice con il tempo può comunque migliorare e garantire fiducia.
La Corte di Cassazione ha stabilito che un soggetto che aderisce ad una piattaforma web ha il diritto di poter accettare di essere soggetto agli accertamenti degli algoritmi automatizzati. La Corte infatti ha precisato che un algoritmo di rating è legittimo solo se è trasparente, nel senso che lo schema su cui si basa deve essere pubblico e di facile interpretazione.
La sentenza, di fatto, sancisce che un soggetto ha il diritto di esprimere il proprio consenso ad essere valutato in base al rating reputazionale. Prima di acconsentire però, il soggetto deve sapere come funziona l’algoritmo e, quindi, conoscere lo schema esecutivo alla base delle modalità di calcolo dell’algoritmo.
Inoltre, l’informativa deve essere alla portata di tutti e quindi, chiara e trasparente.
Articolo di F.M.
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