ROMA (ITALPRESS) – “C’è un piccolo rimbalzo dell’inflazione che era previsto” ma “per quanto riguarda il carrello della spesa la prospettiva è di un continuo raffreddamento”. Per il settore della distribuzione, però, “non è sufficiente un rallentamento dell’inflazione. Stiamo lavorando per coinvolgere i nostri partner produttori per una riduzione dei prezzi”. Lo ha detto Carlo Alberto Buttarelli, presidente di Federdistribuzione, intervistato da Claudio Brachino per Italpress Economy. La guerra in Ucraina “ha inciso sulle materie prime alimentari e su molte basi produttive: come distribuzione abbiamo cercato di rallentare il trasferimento di questi aumenti alle famiglie”.
Per venire incontro alle loro esigenze “abbiamo fatto uno sforzo importante, che è stato anche riconosciuto, e abbiamo colto sempre le iniziative e le proposte che arrivano delle istituzioni”, come per esempio la carta ‘Dedicata a Tè per le famiglie indigenti” e il trimestre anti-inflazione, con cui “nell’ultimo trimestre 2023 abbiamo messo in campo una serie di iniziative di calibrazione soprattutto sulla filiera che noi siamo in grado di controllare, cioè i prodotti a marchio nostro. I risultati su quel segmento sono stati importanti”, ma “purtroppo la risposta del mondo industriale è stata piuttosto tiepida: il risultato sarebbe stato probabilmente ancora più significativo”.
Oggi l’inflazione sta scendendo, quindi riproporre quell’iniziativa “forse non ha più molto senso: quello che confermiamo è un impegno continuativo per cercare di contenere i prezzi”, anche grazie a “una relazione molto forte e stretta col mondo produttivo che, secondo noi, in questo momento dovrebbe dare dei segnali”, ha sottolineato. Al momento rileviamo “un approccio di cautela”: i prezzi delle materie prime sono scesi, ma “l’industria ha preferito tenere in riserva alcune risorse, in attesa di capire se effettivamente questa condizione economica positiva potesse avere degli effetti. Certamente il costo dell’energia e i tassi di interesse pesano sull’industria e anche sulla distribuzione”, ma “da questo punto di vista è mancato un pò il coraggio”, ha spiegato.
Per quanto riguarda i consumatori, “per la prima volta dal dopoguerra, nel 2023 abbiamo registrato una riduzione dei volumi di vendita del settore alimentare (non dei valori, che ovviamente influenzati dall’inflazione); questo da un lato ha delle ricadute positive, perchè la gente spreca di meno, ma è significativo perchè si sono ridotti alcuni acquisti e ci sono stati dei cambiamenti all’interno dei consumi: le persone oggi sono molto più informate e più attente all’acquisto, cercano di comprare risparmiando, ma senza rinunciare alla qualità dei prodotti. Questa è una delle motivazioni per le quali tutte le linee dei prodotti a marchio nostro sono cresciute moltissimo nel 2023, perchè coniugano la convenienza alla qualità”.
In questo momento, “la crisi del transito delle navi nel canale di Suez produce qualche ritardo nel rifornimenti soprattutto di merci non alimentari che provengono dall’Europa dell’est, però qualche effetto è stato anche misurato sulle esportazioni nel nostro Paese”. Molto dipende anche da quale sarà “l’impatto di questa protesta che in qualche misura è riferibile a proprio alle iniziative sul mondo agricolo: se anche in Italia dovesse montare la protesta, come in Europa”, eventuali blocchi stradali potrebbero creare dei disagi “per i trasporti e la viabilità. Al momento i segnali sono molto molto limitati, ci auguriamo che prevalgano il buonsenso e il confronto e che a pagare questo scotto non siano le famiglie e il sistema Paese”, ha concluso Buttarelli.
Per venire incontro alle loro esigenze “abbiamo fatto uno sforzo importante, che è stato anche riconosciuto, e abbiamo colto sempre le iniziative e le proposte che arrivano delle istituzioni”, come per esempio la carta ‘Dedicata a Tè per le famiglie indigenti” e il trimestre anti-inflazione, con cui “nell’ultimo trimestre 2023 abbiamo messo in campo una serie di iniziative di calibrazione soprattutto sulla filiera che noi siamo in grado di controllare, cioè i prodotti a marchio nostro. I risultati su quel segmento sono stati importanti”, ma “purtroppo la risposta del mondo industriale è stata piuttosto tiepida: il risultato sarebbe stato probabilmente ancora più significativo”.
Oggi l’inflazione sta scendendo, quindi riproporre quell’iniziativa “forse non ha più molto senso: quello che confermiamo è un impegno continuativo per cercare di contenere i prezzi”, anche grazie a “una relazione molto forte e stretta col mondo produttivo che, secondo noi, in questo momento dovrebbe dare dei segnali”, ha sottolineato. Al momento rileviamo “un approccio di cautela”: i prezzi delle materie prime sono scesi, ma “l’industria ha preferito tenere in riserva alcune risorse, in attesa di capire se effettivamente questa condizione economica positiva potesse avere degli effetti. Certamente il costo dell’energia e i tassi di interesse pesano sull’industria e anche sulla distribuzione”, ma “da questo punto di vista è mancato un pò il coraggio”, ha spiegato.
Per quanto riguarda i consumatori, “per la prima volta dal dopoguerra, nel 2023 abbiamo registrato una riduzione dei volumi di vendita del settore alimentare (non dei valori, che ovviamente influenzati dall’inflazione); questo da un lato ha delle ricadute positive, perchè la gente spreca di meno, ma è significativo perchè si sono ridotti alcuni acquisti e ci sono stati dei cambiamenti all’interno dei consumi: le persone oggi sono molto più informate e più attente all’acquisto, cercano di comprare risparmiando, ma senza rinunciare alla qualità dei prodotti. Questa è una delle motivazioni per le quali tutte le linee dei prodotti a marchio nostro sono cresciute moltissimo nel 2023, perchè coniugano la convenienza alla qualità”.
In questo momento, “la crisi del transito delle navi nel canale di Suez produce qualche ritardo nel rifornimenti soprattutto di merci non alimentari che provengono dall’Europa dell’est, però qualche effetto è stato anche misurato sulle esportazioni nel nostro Paese”. Molto dipende anche da quale sarà “l’impatto di questa protesta che in qualche misura è riferibile a proprio alle iniziative sul mondo agricolo: se anche in Italia dovesse montare la protesta, come in Europa”, eventuali blocchi stradali potrebbero creare dei disagi “per i trasporti e la viabilità. Al momento i segnali sono molto molto limitati, ci auguriamo che prevalgano il buonsenso e il confronto e che a pagare questo scotto non siano le famiglie e il sistema Paese”, ha concluso Buttarelli.
– foto Italpress –
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