Il settimanale diocesano di Vicenza è associato USPI ininterrottamente da 46 anni
“Per un giornale cartaceo, al giorno d’oggi raggiungere il traguardo dei 75 anni, al fianco dei propri lettori, è straordinaria avventura”, ha scritto Giandomenico Cortese, presidente del Cda di Nuova Voce Srl, editore del settimanale diocesano.
La Voce dei Berici fu fondata nel 1945, sotto il vescovado di Carlo Zinato, con mons. Bruno Barbieri primo direttore e don Francesco Regretti quale caporedattore, dopo un paio d’anni assunse quella che è ancor oggi la propria testata. A Barbieri, nella direzione, successe mons. Giovanni Sartori, poi vescovo di Rovigo e arcivescovo di Trento.
Accanto a lui si formarono generazioni di giornalisti e animatori non solo della comunicazione diocesana. E poi, ricordiamo in particolare gli altri direttori che a Sartori sono succeduti, primo fra tutti un grande intellettuale laico come Giorgio Sala, e ancora l’impareggiabile don Adriano Toniolo, mons. Lucio Mozzo, mons. Gianfranco Cavallon, mons. Bernardo Pornaro, fino al nostro Lauro Paoletto, con cui lavorano oggi i giovani redattori Marta Randon ed Andrea Frison coadiuvati in segreteria da Roberta e Maurizio Romio.
La Voce dei Berici, dopo non poche difficoltà economiche, quelle che coinvolgono l’intera editoria dei nuovi tempi della digitalizzazione, nel corso degli ultimi tre anni ha raggiunto un faticoso equilibrio grazie al meticoloso lavoro del nuovo consiglio di amministrazione, a cui il vescovo Pizziol ha affidato il delicato compito.
Il Cardinale Pietro Parolin, ospite d’onore dei festeggiamenti per i 75 anni del giornale, ha dichiarato: “La Voce dei Berici nasce e cresce in quel tratto di storia segnato dalla speranza. Anni in cui il settimanale ha contribuito a far fermentare la speranza non solo in un territorio preciso, Vicenza, ma anche nell’umanità che ha abitato questa terra”.
E questo, per Parolin, è l’aspetto più interessante e di maggior rilievo quando si parla d’informazione locale: “Pensare all’opinione pubblica non come a un’identità amorfa, ma con dei tratti ben precisi che corrispondono a quelli della nostra gente. Il servizio reso diventa, allora, capacità progettuale per essere sulla stessa lunghezza d’onda e generare il senso del territorio, il senso della diocesi, il senso della Chiesa».
“È necessario – ha precisato il Cardinale – scoprire ogni giorno, con creatività e originalità, come essere fedeli all’intuizione originaria”. “Anche un giornale, con la cronaca, l’approfondimento, le interviste, le notizie date, può e deve essere punto attrattivo e diffusore di una visione positiva della vita. Quella visione che viene da una Parola che si fa carne, ancora oggi, nei fratelli che soffrono, nei bisognosi, nei malati, in tutte le persone che subiscono “la cultura dello scarto.” – ha sostenuto Parolin – “Come è nella cultura dei settimanali diocesani, rinnovate la promessa a essere voce di chi non ha voce”.
“Vi invito a far sì – ha concluso Parolin- che La Voce dei Berici non resti solo un settimanale diocesano eccellente, ma si trasformi sempre più in un laboratorio creativo di cultura e di prossimità”.
Un invito ed un augurio ai quali si associa tutta l’USPI.
(Le foto sono tratte da www.vocedeiberici.it)
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