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Bosch Italia, su 2020 niente previsioni ma avanti investimenti e ricerca

MILANO (ITALPRESS) – Il gruppo Bosch in Italia ha chiuso il 2019 con 2,25 miliardi di fatturato, un risultato che dopo la pandemia si spera di poter ripetere, nonostante sia in calo del’8,4% rispetto all’anno precedente. E’ però difficile fare previsioni precise in tempo di Covid-19, la consociata nostrana del gruppo tedesco lo ha detto chiaramente presentando i risultati in teleconferenza. A pesare le molte incertezze normative, e gli outlook divergenti sulla ripartenza.
Dirimente sarà il varo da parte del Governo di incentivi alla rottamazione per le auto più inquinanti. “Nel breve periodo a livello di gruppo prevediamo un decremento del 20% del fatturato per le nostre attività automotive. In Italia il parco circolante va rinnovato, l’età media è di 12 anni e oltre un terzo dei veicoli ha immatricolazioni antecedenti all’Euro 4. Una misura quindi per l’ambiente, ma anche necessaria in un ambito di equilibrio rispetto agli impatti sociali, rispetto al mondo del lavoro del settore auto, che sarebbe tutelato”, ha chiarito Fabio Giuliani, General Manager Bosch Region Italy & Greece, rispondendo a una domanda di Italpress.
Rinnovamento del parco circolante, non vorrà però dire solo elettrificazione, nè abbandono totale del diesel, anzi. “Nel 2030 secondo le nostre stime, il 75% delle auto avrà ancora con motore a combustione interna. Questo dato a continuare a investire su questi motori, oggi e in futuro, perchè l’innovazione deve continuare per dare beneficio ad ambiente. Così facendo negli ultimi anni, stando ai più recenti test, le emissioni anche dei motori a gasolio non sono più un tema come in passato, i famigerati Nox sono sotto limiti normativa”, ha aggiunto Giuliani.
Una buona notizia per l’impianto di Bari del gruppo Bosch, che lavora in larga prevalenza proprio su componenti per i motori diesel di ultima generazione, e che è stato tra i primi a riaprire, poichè mentre in Italia c’era ancora il lockdown, gli ordini dalla Cina erano ripartiti e l’impianto pugliese ha saputo soddisfare quella domanda, grazie a una deroga del prefetto.
Più in generale, Bosch può dire di non aver mai bloccato operatività di nessun cliente durante la pandemia. Ciò nonostante, si è comunque dovuto fare ricorso agli ammortizzatori sociali, ed è tutta da valutare l’onda lunga dei prossimi mesi, dove però ci sono opportunità da cogliere anche in Italia. Ad esempio, la divisione Bosch Sensortec sta cercando attivamente delle figure professionali ad alta specializzazione per il suo centro di ricerca di Milano, dove si sviluppano i Mems, ovvero Micro Electro-Mechanical Systems. Qui si lavora su sensori grandi pochi micron, che possono essere installati in device, elettrodomestici, e veicoli. “Il 50% dei cellulari nel mondo hanno un sensore Bosch, sviluppiamo soluzioni per l’internt of things, grazie a 14 sedi in 8 Paesi. A Milano c’è uno dei design center di progettazione, e nel 2020 arriveremo a triplicare il personale del 2015, quando il centro venne aperto”, ha spiegato Riccardo Campagna, Senior Manager Bosch Sensortec Italia.
Un futuro in crescita, mentre sui dati di bilancio 2019 ha pesato, secondo Georg Wahl, VP Finance and Controlling Bosch Region Italy & Greece, “l’andamento debole del mercato automotive ma anche le altre divisioni hanno affrontato una situazione di mercato difficile. Il gruppo ha registrato un -17% nel fatturato di marzo, ci sono aspettative di ripresa dei volumi nei prossimi mesi. L’andamento dell’Italia dipenderà dell’economia e dalla ripresa dei consumi. Da parte nostra noi monitoriamo attivamente i fornitori rilevanti, per garantire al meglio la catena di forniture”. Attivo con 19 società e 4 centri di ricerca in Italia, il gruppo Bosch conta su un organico di quasi 6.200 collaboratori. Se le mobility solutions hanno sofferto nel 2019, contrazioni più ridotte si sono registrate per elettrodomestici e elettroutensili, grazie al lancio di nuovi prodotti, mentre cresce la domanda dei prodotti più evoluti nel settore energy and building technology, dove gli incentivi per l’efficientamento energetico degli edifici, già lanciati dal Governo, potrebbero dare un contributo importante. Bosch da parte sua, ha già portato a impatto neutro sull’ambiente il 70% delle sue 400 sedi nel mondo, e quando si arriverà al 100% il risparmio di energia sarà pari a quello di una città di un milione di abitanti. “Non dobbiamo perdere di vista il futuro del nostro pianeta”, ha ricordato il ceo del gruppo, Volkmar Denner, presentando i risultati 2020. Un ordine da eseguire a prescindere dal Covid.
(ITALPRESS).
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