In collaborazione con il Consortium of European Research Libraries – CERL, e finanziamento della Fondazione Polonsky.
La digitalizzazione e l’approfondita catalogazione dei 206 incunaboli della Biblioteca del Monastero di Santa Scolastica di Subiaco rappresenta la fase iniziale di un più ampio progetto, concepito per moduli, focalizzato su piccole collezioni pubbliche, private ed ecclesiastiche sparse sul territorio nazionale che conservano raccolte di straordinario pregio e rarità e che richiedono particolare attenzione ai fini della loro tutela, conservazione e fruizione.
Il progetto, annunciato in un post sul sito della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma e coordinato e diretto dalla stessa, in collaborazione con il Consortium of European Research Libraries – CERL, ente di ricerca per la creazione di strumenti per lo studio del libro antico a stampa e manoscritto, e con il Monastero Benedettino di Santa Scolastica di Subiaco, è generosamente finanziato dalla Fondazione Polonsky, nell’ambito dei suoi programmi filantropici finalizzati alla conservazione, valorizzazione e libera fruizione delle eredità storiche e dei patrimoni culturali e al democratico accesso alla conoscenza e al sapere.
Ricordiamo che, nel Monastero di Subiaco, i chierici Conrad Sweynheym e Arnold Pannartz, provenienti dalla Germania, stamparono i primi incunaboli italiani fra il 1464 e il 1467: la biblioteca del monastero, che è il reale oggetto dell’attenzione del progetto pilota, conserva oggi 206 esemplari del secolo XV.
Fra questi, oltre numerose edizioni romane e diverse altre edizioni di grande rarità di cui si conoscono poche copie al mondo, anche l‘ Opera di Lattanzio stampata nel 1465 proprio a Subiaco dagli stessi Sweynheym e Pannartz, e due copie del loro De civitate Dei di S.Agostino del 1467.
Di quest’opera la biblioteca conserva anche il manoscritto usato in tipografia, uno straordinario testimone della delicata fase di allestimento del testo, nel passaggio fra produzione manoscritta e a stampa.
Obiettivo del progetto sono le undici biblioteche annesse ai monumenti nazionali (Abbazia di S. Giustina; Abbazia di Praglia; Abbazia di Montecassino; Certosa di Trisulti; Abbazia di Farfa; Abbazia di S. Nilo a Grottaferrata; Monastero di S. Scolastica a Subiaco; Abbazia di Casamari; Badia di Cava dei Tirreni; Oratorio dei Gerolamini a Napoli), incamerate alla fine del XIX secolo dallo Stato italiano a seguito delle leggi di confisca e ora appartenenti al Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo.
Il progetto include non solo gli incunaboli, ma anche altri materiali poco noti quando non del tutto sconosciuti, come manoscritti usati in tipografia, cataloghi storici, inventari e documenti d’archivio, di essenziale rilievo per ampliare i confini della ricerca storica, sia artistica che sociale ed economica, oltre che bibliografica.
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