Lo Snag, il Sindacato Nazionale Autonomo Giornalai, facente parte di Confcommercio, lancia l’allarme: la chiusura delle edicole in Basilicata “è sempre più accentuata. I punti vendita dei giornali sono complessivamente circa 350, di cui il 40% sono edicole”.
I dati sono chiari, “le edicole sono quelle che subiscono di più la crisi con chiusure – in 15 anni – del 45%, mentre i punti vendita (come bar e tabaccherie) resistono meglio”. Chiude un’edicola su due.
Nel comunicato Snag è, inoltre, specificato che “rispetto al 2013, il reddito medio delle imprese del commercio al dettaglio di giornali, riviste e periodici in Basilicata è sceso più della media nazionale, di circa un quarto, e ormai sei edicole su dieci realizzano utili (ante imposte) di otto-nove mila euro l’anno o meno”.
La situazione in Basilicata rispecchia quindi quella nazionale, con la crisi dell’editoria che costringe moltissimi edicolanti a chiudere definitivamente o a “diversificare la propria attività offrendo servizi come il pagamento delle bollette piuttosto o la vendita dei biglietti dei trasporti”.
Confcommercio continua: “Certamente sono cambiate le abitudini degli italiani, che tendono ad informarsi più che altro sulle edizioni online, ma non è solo questo. Gli edicolanti sono stati lasciati soli, come se non ci si rendesse conto che togliere l’ultima pedina della filiera significhi di fatto azzoppare la filiera stessa”.
Senza delle misure ad hoc non sarà più solo la Basilicata a subire tali danni, bisogna ripensare l’intero sistema prendendo atto del cambiamento delle abitudini di fruizione dell’informazione.