BOLOGNA (ITALPRESS) – “Emilia-Romagna e Marche rappresentano un territorio vivace, un’economia forte che ha già vissuto negli ultimi anni vari momenti difficili, basti pensare ai terremoti. Qui l’epidemia ha colpito duro, ma in modi diversi a seconda dei settori”. Cristina Balbo si è insediata a inizio anno alla Direzione regionale Emilia-Romagna e Marche, e praticamente subito ha dovuto affrontare la pandemia. Lei veneta, in banca da 30 anni, ha comunque lo sguardo rivolto alla ripresa.
“Ci sono imprenditori con sedi in oltre 20 Paesi, che hanno chiuso tutto, e la ripresa degli ordini, oltre alle ammissioni a grandi gare richiederà tempo – dice in una intervista all’Italpress -. Gli elementi di incertezza sono molti, bisognerà capire come si modificheranno i flussi del commercio internazionale, ad esempio in relazione a possibili fenomeni di reshoring da parte delle aziende o eventuali patti bilaterali tra Paesi che possono condizionare la mobilità e lo scambio delle merci. La liquidità ora serve per la sopravvivenza delle imprese, poi bisogna pensare al futuro, devono ripartire ordini e investimenti, altrimenti il differenziale con l’estero crescerà ancora”.
“Alla componente manifatturiera servirà tempo per riprendersi, torniamo qui al ruolo dell’export – afferma -. Anche il sistema moda e casa nelle Marche soffrirà, e in Romagna il turismo patirà. Più in generale, i problemi li hanno avuti tutti, qualche settore però ha visto addirittura aumentare il suo fatturato, dimostrando grande resilienza durante questa crisi. Penso al medicale e alla farmaceutica o al comparto agroalimentare, soprattutto in Emilia”.
“Sicuramente la crisi accelererà la tendenza legata alla sostenibilità, su questo tipo di trend investiamo e sollecitiamo le aziende a investirci da tempo”, sottolinea Cristina Balbo.
(ITALPRESS).
“Ci sono imprenditori con sedi in oltre 20 Paesi, che hanno chiuso tutto, e la ripresa degli ordini, oltre alle ammissioni a grandi gare richiederà tempo – dice in una intervista all’Italpress -. Gli elementi di incertezza sono molti, bisognerà capire come si modificheranno i flussi del commercio internazionale, ad esempio in relazione a possibili fenomeni di reshoring da parte delle aziende o eventuali patti bilaterali tra Paesi che possono condizionare la mobilità e lo scambio delle merci. La liquidità ora serve per la sopravvivenza delle imprese, poi bisogna pensare al futuro, devono ripartire ordini e investimenti, altrimenti il differenziale con l’estero crescerà ancora”.
“Alla componente manifatturiera servirà tempo per riprendersi, torniamo qui al ruolo dell’export – afferma -. Anche il sistema moda e casa nelle Marche soffrirà, e in Romagna il turismo patirà. Più in generale, i problemi li hanno avuti tutti, qualche settore però ha visto addirittura aumentare il suo fatturato, dimostrando grande resilienza durante questa crisi. Penso al medicale e alla farmaceutica o al comparto agroalimentare, soprattutto in Emilia”.
“Sicuramente la crisi accelererà la tendenza legata alla sostenibilità, su questo tipo di trend investiamo e sollecitiamo le aziende a investirci da tempo”, sottolinea Cristina Balbo.
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