Sono in corso, presso il Ministero per la Cultura, le audizioni delle associazioni di categoria sullo schema di decreto legislativo che attua la direttiva UE sul diritto d’autore e i diritti connessi nel mercato unico digitale.
Fra le società di collecting audite anche AudioCoop, una associazione che si rivolge a discografici, editori, produttori, artisti, festival e videomaker italiani indipendenti, ovvero dediti all’autoproduzione, nata nel 2000 all’interno del MEI di Faenza e che rappresenta, oggi, circa il 5% del mercato discografico italiano, ponendosi come terza associazione di categoria.
AudioCoop, avendo ricevuto l’autorizzazione dal Dipartimento Informazione ed Editoria della Presidenza del Consiglio, si occupa di fare pervenire ai propri associati i diritti di copia privata sulle produzioni e i diritti connessi sulla diffusione gratuita di musica.
Riguardo allo schema di decreto legislativo che attua la direttiva UE sul diritto d’autore, AudioCoop ha ribadito, ancora una volta, la necessità di salvaguardare le piccole realtà indipendenti che potrebbero essere ulteriormente penalizzate a favore delle grandi più strutturate.
In particolare, rispetto all’impianto del decreto, si è sostenuta la necessità di meglio dettagliare alcuni passaggi che potrebbero ingenerare problemi interpretativi, e quindi attuativi, oppure soluzioni diverse a seconda della discrezionalità dei soggetti coinvolti. Finendo per aumentare il rischio di contenziosi e, conseguentemente, sbarrare – o ridurre di gran lunga – le possibilità in capo ai soggetti economicamente più deboli che, in mancanza di sostanze necessarie per affrontare un giudizio, finirebbero per non tutelare i propri diritti, sacrificandoli.
Inoltre, relativamente ai compensi sia per le imprese editoriali (equo compenso) e agli autori, ad esempio di articoli giornalistici– per i quali il compenso è parametrato alla rilevanza sul mercato, la storicità, il numero di visualizzazioni e altri elementi – sia per gli autori interpreti o esecutori – per i quali si fa riferimento ad una “remunerazione ulteriore adeguata ed equa dalla parte con cui hanno stipulato un accordo per lo sfruttamento dei diritti” e per i quali è previsto che “ se la remunerazione concordata si rivela inferiore in misura sproporzionata ai proventi originati nel tempo” – AudioCoop ha chiesto di attenzionare le conseguenze di tali disposizioni, che finirebbero esclusivamente per favorire chi già è stabilmente collocato sul mercato a scapito di chi non ha ancora una posizione consolidata, oltre che di chiarire cosa si intende, ad esempio per “misura sproporzionata” al fine di evitare che sia una previsione vuota di significato.
In tal senso, si è proposto di rivedere i criteri adoperando un compenso minimo fisso per tutti e una parte variabile proporzionale ai criteri già previsti dalla norma.
Tutela dei diritti delle piccole e medie realtà, quelle più a rischio di essere schiacciate dai giganti del web
AudioCoop si è riservata di fornire le proprie osservazioni, dettagliate e puntuali, sulla proposta di decreto, che saranno sollevate sempre a tutela dei diritti delle piccole e medie realtà indipendenti, quelle più a rischio di essere schiacciate dai giganti del web in un momento storico che vede sempre più il mercato digitale al centro della vita artistica e che deve garantire possibilità di guadagno a tutti indiscriminatamente.
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