627 milioni di euro di sanzioni comminate dal 1° gennaio 2020 al 31 luglio 2021: “496 milioni sono in materia di tutela della concorrenza e 131 milioni in materia di tutela del consumatore”. Questi i numeri esposti dal presidente dell’Antitrust, Roberto Rustichelli, durante la presentazione in Senato della Relazione 2020.
In particolare, “con riferimento alla tutela della concorrenza – ha aggiunto – sono stati chiusi 5 procedimenti per intese, 8 per abuso di posizione dominante e 9 per concentrazioni”.
Per quanto riguarda il tema del “mercato digitale” la relazione di Rustichelli esprime in primis apprezzamento per l’iniziativa assunta dalla Commissione Europea con le proposte del Digital Market Act (DMA) e del Digital Service Act (DSA) perché “di fronte a monopoli dai tratti così inediti e non sempre agevolmente contrastabili con i tradizionali strumenti Antitrust, è positivo che si apra lo spazio della regolazione” comune nei mercati digitali.
Tuttavia, il presidente dell’Autorità per la concorrenza ha voluto sottolineare le “numerose criticità” che l’attuale testo del DMA presenta. Rustichelli ha sottolineato come “il digitale non è un settore ma una tecnologia che pervade tutta l’economia, per cui è discutibile un approccio one size fits all, con l’introduzione di regole uguali per tutti di fronte a modelli di business molto diversi”.
Nella sua relazione Rustichelli ha rimarcato l’importanza di “un cambiamento culturale” nella lotta ai comportamenti illeciti e alla corruzione che lede la concorrenza perché “troppo spesso, in nome di una malintesa cultura della legalità, ci si affida alla formulazione di nuove regole come argine” che danno luogo a una “elefantiasi normativa. In realtà, “l’elefantiasi normativa si traduce in una moltiplicazione dei luoghi e delle occasioni di corruzione. Il mercato necessita di poche regole, chiare e proporzionate”, ha osservato. “Occorre tornare ad avere fiducia nella discrezionalità amministrativa – ha aggiunto il presidente dell’Autorità -, che è elemento indispensabile perché le amministrazioni pubbliche possano farsi veri ed equilibrati interpreti dei principi e delle norme, al fine di realizzare in maniera efficace e tempestiva gli obiettivi di interesse generale affidati alla loro cura”.
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