La Commissione europea ha avviato una azione contro il social network Tik Tok, accusato di utilizzare marketing occulto e tecniche pubblicitarie aggressive mirate ai bambini, nonché di applicare clausole contrattuali fuorvianti per i consumatori.
L’Ue chiede uno stop al marketing occulto.
L’accusa della Commissione UE
Con un comunicato pubblicato sul proprio sito istituzionale il 28 maggio scorso, la Commissione europea ha annunciato di aver intrapreso una azione contro TikTok, accusato di utilizzare marketing occulto e tecniche pubblicitarie aggressive mirate ai minori.
La Commissione, insieme alla Rete di cooperazione per la protezione dei consumatori (Cpc), “ha avviato un dialogo formale con TikTok per una revisione della sua politica e delle sue pratiche commerciali”, si legge nel comunicato.
L’iniziativa è stata presa i seguito ad un esposto presentato dall’Organizzazione europea dei consumatori (Beuc).
Didier Reynders
“Nell’Unione europea è vietato rivolgersi a bambini e ai minori con pubblicità occulta come i banner inseriti nei video. Il dialogo avviato oggi dovrebbe aiutare TikTok a rispettare le norme dell’Ue a protezioni dei consumatori”, ha dichiarato Didier Reynders, commissario per la Giustizia.
L’accusa, inoltre, è anche quella di applicare clausole contrattuali fuorvianti per i consumatori.
La difesa di Tik Tok
“Abbiamo norme stringenti che vietano la pubblicità che si rivolge direttamente a chi non ha raggiunto l’età del consenso digitale”, ha precisato Caroline Greer, Director of Public Policy di TikTok Europe.
Caroline Greer
“Abbiamo già adottato una serie di misure per proteggere i nostri utenti più giovani, tra cui la decisione di rendere privati di default tutti gli account di utenti con meno di 16 anni. Abbiamo inoltre disabilitato il loro accesso alla messaggistica diretta”, ha sottolineato la Greer.
“Inoltre – ha precisato la Direttrice del social network – su TikTok gli utenti minorenni non possono acquistare, inviare o ricevere regali virtuali. E abbiamo norme stringenti che vietano la pubblicità che si rivolge direttamente a chi non ha raggiunto l’età del consenso digitale”.
Un mese di tempo per la decisione.