La spesa delle aziende italiane per gestione e analisi dei dati cresce del +18% e raggiunge il valore di 2,85 miliardi di euro. Il totale del costo comprende investimenti in infrastrutture, software e servizi. Di questa spesa, l’83% è imputabile a grandi imprese e solo il 17% alle MPMI.
Lo studio è dell’Osservatorio Big Data & Business Analytics della School of Management del Politecnico di Milano, che rivela come il 2023 sia stato l’anno di lancio della Generative AI nell’analisi dei dati e dell’applicabilità del Data Governance Act.
La crescita riguarda soprattutto la componente Cloud (27% del totale), nel comparto telco e media e nel settore manifatturiero. Il settore bancario è quello che spende di più in relazione al proprio budget totale.
MPMI ancora in netto ritardo
L’indagine mostra un miglioramento complessivo delle grandi aziende nella valorizzazione dei dati. Secondo il Data Strategy Index, cresce la percentuale di aziende di livello avanzato, 20% nel 2023 a fronte del 15% nel 2022. Eppure un terzo delle grandi aziende italiane (32%) è ancora immaturo.
Se nel mondo delle grandi aziende le figure professionali per la valorizzazione dei dati all’interno delle società è stato sdoganato, nelle MPMI non è così. Il 77% delle grandi aziende ha già un Data Analyst, il 49% un Data Scientist e il 59% un Data Engineer.
Nel mondo delle MPMI (in particolare si parla di PMI), 4 aziende su 10 non hanno alcuna figura dedicata, neanche parzialmente, all’analisi dei dati. Il 57% si è invece dotato di un software di data Visualization & Reporting (+8% rispetto al 2022).
In ogni caso, si tratta di utilizzo marginale e di investimenti molto contenuti, il che accresce il divario con le grandi aziende.
Secondo l’Osservatorio, ” l’obiettivo delle imprese deve essere quello di costruire una buona data experience, intesa come l’esperienza complessiva di un utente in ogni fase di relazione con i dati, capace di fare la differenza nell’impatto di soluzioni di Analytics”.