La velocità con cui l’Intelligenza Artificiale (IA) si sta sviluppando sta creando timori sui possibili rischi sociali legati alla sua diffusione.
Per questo, Sam Altman, CEO di OpenAI, casa produttrice di ChatGPT, chiede di creare un organismo internazionale per la supervisione della tecnologia: “bisogna evitare le disuguaglianze sociali. Cruciale la collaborazione delle aziende”.
“Siamo ancora in una fase di grande discussione e questo va bene. Penso che siamo ancora in un momento in cui il dibattito è necessario e salutare, ma a un certo punto, nei prossimi anni, credo che dovremo passare a un piano d’azione con un reale consenso a livello mondiale“, spiega Altman.
Infatti, quello che “potrebbe andare davvero male” riguarda i “disallineamenti sociali che potrebbero, senza particolari intenzioni, creare effetti terribili”.
L’idea è quella di un organismo simile a quello dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, spiega Altman, che supervisioni gli sviluppi dell’IA a livello mondiale.
In Europa si prosegue il lavoro sugli accordi per approvare l’AI Act.
Le Commissioni Imco (Mercato interno) e Libe (Libertà civili), hanno approvato l’accordo raggiunto tra Consiglio, Parlamento e Commissione europea, il quale promuove l’utilizzo sicuro dell’IA, nel rispetto dei diritti fondamentali europei, calibrando gli obblighi e i rischi e l’impatto sociale che la tecnologia potrebbe avere. Con 71 sì, 8 no e 7 astensioni, l’accordo passa: si aspetta il voto in plenaria e l’approvazione finale del Consiglio Ue.
Soprattutto per quanto riguarda i Gpai (General purpose AI), l’AI Act richiede alcuni requisiti di trasparenza che, in caso non siano rispettati, comporterebbero rischi sistemici. Sempre per questo tipo di sistemi di IA, si sottolinea l’importanza e l’obbligo di segnalare con watermark i contenuti generati da IA.
Ora occorrerà vagliare la richiesta di un’alleanza internazionale che possa concordare sulla prevenzione, sullo studio e sulla tutela del consumatore per quanto riguarda i sistemi di IA. Altman rimane speranzoso, sia sul piano di sviluppo tecnologico, che quello di sviluppo normativo: “La tecnologia attuale è paragonabile al primo cellulare con lo schermo in bianco e nero. Quindi, dateci un po’ di tempo. Ma credo che tra qualche anno sarà molto meglio di adesso. E tra un decennio dovrebbe essere davvero notevole”.
Articolo di T.S.
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