Oltre alla pandemia, siamo stati colpiti anche da un’infodemia senza precedenti durante questo periodo di lockdown. E a confermarlo è il Copasir -Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, guidato dal Presidente Raffaele Volpi-, che il 30 marzo scorso aveva incaricato all’On. Enrico Borghi (PD) di condurre un approfondimento sull’infodemia legata al Covid e alla pandemia in generale.
Per il Presidente Volpi la pandemia da Covid 19 “è stata al centro di una diffusa attività di disinformazione online, nella quale si sono inseriti attori statuali, attori strutturati (think tank, stakeholder, professionisti della comunicazione, speculatori e gruppi industriali con forti cointeressenze rispetto ai Paesi d’origine), che intendono manipolare il dibattito politico interno, influenzare gli equilibri geopolitici internazionali, incitare al sovvertimento dell’ordine sociale e destabilizzare l’opinione pubblica in merito alla diffusione del contagio e alle misure di prevenzione e cura”. L’obiettivo quindi, quello di destabilizzazione l’occidente sfruttando la pandemia e le paure a essa connesse che hanno attanagliato -e attanagliano ancora- gli italiani e gli europei. Ecco perchè Volpi esprime “preoccupazione sull’utilizzo di tecniche per rendere virali le notizie”.
In particolare, i contenuti disinformativi sono stati diffusi su numerose piattaforme e su account fake e queste sono solo alcune “delle forme dei fenomeni di disinformazione riconducibili al mondo del web, volti a creare sovraccarico informativo circa l’individuazione dei vaccini, i rimedi terapeutici e gli strumenti diagnostici efficaci a fronte del contagio da Covid-19”, evidenzia ancora Volpi, che poi spiega come il Coronavirus rappresenti “il palcoscenico perfetto che alcuni regimi autocratici aspettavano per mostrare una supposta – e non provata – maggiore efficienza e capacità, rispetto alle democrazie occidentali”.
Anche lo European External Action Service (Eeas), agenzia diplomatica dell’Ue ha registrato la diffusione di fake news in varie lingue allo scopo di alimentare il panico ed ostacolare la comunicazione ufficiale europea, creando “un clima di sfiducia. In tale contesto -sottolinea Volpi- le relazioni internazionali, lungi dal limitarsi alle sedi istituzionali e alle dichiarazioni ufficiali, possono risentire anche dell’azione di una pluralità di attori strutturati, che tendono a supportare o screditare la reputazione statuale non solo attraverso la disinformazione, ma spesso con la diffusione di messaggi fuorvianti, decontestualizzati o parziali, che raggiungono il pubblico globale. Approfittando della estrema sensibilità dell’opinione pubblica sul tema si tende a fomentare polemiche contro l’Unione Europea e i paesi dell’Alleanza Euro-Atlantica”, ha concluso il Presidente del Copasir.