ROMA (ITALPRESS) – “Il nostro ruolo è quello di supportare l’internazionalizzazione delle imprese italiane all’estero, quindi aiutarle ad approcciare nuovi mercati. Siamo parte del gruppo Cdp e insieme con Sace rappresentiamo il polo per l’export e per l’internazionalizzazione”. Così l’amministratore delegato di Simest, Mauro Alfonso, intervistato da Claudio Brachino per la rubrica “Primo Piano” dell’Agenzia di stampa Italpress.
“Gestiamo il Fondo 394/81 creato per supportare con finanziamenti agevolati una serie di misure per l’accesso ai mercati esteri. Abbiamo avuto due mesi straordinariamente rilevanti, abbiamo ricevuto a luglio e agosto 2.300 richieste per una quantità di denaro superiore ai 700 milioni, un quarto in più rispetto all’intero 2019. L’aver avuto così tante richieste – ha spiegato Alfonso – risiede nel fatto che c’è la possibilità di avere fino al 50% di finanziamenti a fondo perduto e il restante 50% a un tasso molto basso che in questo momento è dello 0,08%. Inoltre non vengono richieste garanzie bancarie, si è deciso di non volere questa garanzia fino al 31 dicembre e questo significa una pratica è più veloce, normalmente in 30-40 giorni dalla presentazione dell’istanza noi siamo in grado di erogare il corrispettivo del finanziamento, infine i nostri finanziamenti non vengono conteggiati dalla cosiddetta centrale rischi”. Alfonso ha poi parlato del Patto per l’Export lanciato nei mesi scorsi dal Governo: si tratta di uno “sforzo straordinario senza precedenti fatto dalle nostre istituzioni per supportare le attività di export e internazionalizzazione delle imprese. In questo Patto – ha aggiunto – sono state messe a disposizione risorse ingenti e noi siamo una delle colonne più importanti di questa operazione, c’è stato assegnato un ammontare significativo di risorse, circa 1,3 miliardi, da erogare per l’accesso ai mercati esteri per l’internazionalizzazione e per l’export. Credo si sia rotto il tabù della presenza dello Stato nelle aziende, noi siamo obbligate a farlo, lo stanno facendo gli altri e non possiamo lasciare le nostre aziende scoperte rispetto alla concorrenza estera, l’importante è essere selettivi. L’intervento pubblico viene fatto utilizzando soldi dei contribuenti, quindi – ha evidenziato l’Ad di Simest – non bisogna spendere soldi mantenendo situazioni che di per sè non stanno economicamente in piedi, ma bisogna utilizzare le risorse al meglio entrando nel capitale di aziende che siano in grado di produrre valore”.
Alfonso ha infine ricordato i 7 strumenti con cui Simest sostiene il processo di internazionalizzazione: patrimonializzazione; partecipazione a fiere internazionali, mostre e missioni di sistema; inserimento nei mercati esteri; temporary export manager; e-commerce; studi di fattibilità; programmi di assistenza tecnica.
“Il nostro ruolo deve essere quello di creare un ecosistema per le aziende affinchè il germe possa dare il frutto migliore possibile”, ha concluso Alfonso.
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