PARMA (ITALPRESS) – Al via “Infermieri, a viso aperto”, la campagna di sensibilizzazione che mette al centro la professione dell’infermiere con l’obiettivo di accendere i riflettori sugli aspetti più umani, empatici e accoglienti di chi, ogni giorno, assiste milioni di persone: non eroi, ma professionisti.
La mostra fotografica virtuale, “visitabile” sul sito www.infermieriavisoaperto.it, è stata promossa e realizzata dal Gruppo Chiesi, con il patrocinio non oneroso della FNOPI, la Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche.
La firma autoriale sul progetto è quella di Settimio Benedusi, fotografo professionista che collabora con le principali case editrici e che rappresenta uno dei principali esponenti della fotografia italiana. All’interno della piattaforma che ospita la mostra fotografica virtuale sono presenti, inoltre, le storie degli infermieri protagonisti della Campagna: una raccolta di scatti e di storie per sottolineare con forza l’impegno di professionisti della salute saliti alla ribalta durante la pandemia, raccontati come “eroi”, ma che in realtà hanno sempre ricoperto il proprio ruolo, indispensabile per il nostro Sistema Sanitario, con orgoglio e professionalità.
“La fotografia è un mezzo apparentemente statico, ma che in realtà ha proprio nella dinamicità la sua essenza principale, in grado di aiutarci a scoprire gli aspetti più intimi che si celano dietro quelle mascherine che ogni giorno i nostri infermieri sono tenuti a portare, a volte con fatica e sofferenza – ha affermato Settimio Benedusi, fotografo e autore della Campagna -. La Campagna ‘Infermieri, a viso apertò ha esattamente questo obiettivo: scavare a fondo quei volti quotidianamente nascosti ma sempre pronti ad accogliere e a raccogliere le sfide, a viso aperto”.
“Trasformare il concetto di empatia in azioni concrete. E’ l’obiettivo che ci siamo dati in Chiesi con il lancio del primo Empathy Manifesto, realizzato insieme al contributo delle ‘nostrè persone, nell’ottica di perseguire non solo gli obiettivi legati al nostro settore, ma di provare a essere motore di un cambiamento della società del futuro – ha dichiarato Ugo Di Francesco, amministratore delegato del Gruppo Chiesi -. La Campagna ‘Infermieri, a viso apertò rappresenta un esempio di trasformazione del concetto di empatia in un’attività tangibile, di condivisione di quei valori che gli infermieri mettono in campo ogni giorno nell’assistere i pazienti e ai quali non può che andare la nostra gratitudine per il ruolo fondamentale che ricoprono, indipendentemente dalla pandemia”.
“Gli infermieri ci sono, ci sono stati, ci saranno. Lo sanno bene i cittadini che li riconoscono in questa pandemia come quei professionisti vicini ai pazienti, al proprio fianco per rispondere ai loro bisogni, per garantire l’umanizzazione dell’assistenza e la dignità del fine vita. Perchè per noi, come recita il Codice deontologico, ‘il tempo di relazione è tempo di curà – ha commentato Barbara Mangiacavalli, presidente FNOPI -. Impegno, professionalità e dedizione sono sotto gli occhi di tutti. Lavoriamo a viso aperto, bardati da tute di contenimento e tripli guanti di lattice di protezione, pagando un prezzo altissimo, sopperendo alle criticità delle strutture e alle carenze di personale che denunciamo da anni: in Italia occorrono subito 53mila infermieri, di cui gran parte sul territorio come infermieri di famiglia/comunità, per una vera assistenza a misura di cittadino”.
(ITALPRESS).
La mostra fotografica virtuale, “visitabile” sul sito www.infermieriavisoaperto.it, è stata promossa e realizzata dal Gruppo Chiesi, con il patrocinio non oneroso della FNOPI, la Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche.
La firma autoriale sul progetto è quella di Settimio Benedusi, fotografo professionista che collabora con le principali case editrici e che rappresenta uno dei principali esponenti della fotografia italiana. All’interno della piattaforma che ospita la mostra fotografica virtuale sono presenti, inoltre, le storie degli infermieri protagonisti della Campagna: una raccolta di scatti e di storie per sottolineare con forza l’impegno di professionisti della salute saliti alla ribalta durante la pandemia, raccontati come “eroi”, ma che in realtà hanno sempre ricoperto il proprio ruolo, indispensabile per il nostro Sistema Sanitario, con orgoglio e professionalità.
“La fotografia è un mezzo apparentemente statico, ma che in realtà ha proprio nella dinamicità la sua essenza principale, in grado di aiutarci a scoprire gli aspetti più intimi che si celano dietro quelle mascherine che ogni giorno i nostri infermieri sono tenuti a portare, a volte con fatica e sofferenza – ha affermato Settimio Benedusi, fotografo e autore della Campagna -. La Campagna ‘Infermieri, a viso apertò ha esattamente questo obiettivo: scavare a fondo quei volti quotidianamente nascosti ma sempre pronti ad accogliere e a raccogliere le sfide, a viso aperto”.
“Trasformare il concetto di empatia in azioni concrete. E’ l’obiettivo che ci siamo dati in Chiesi con il lancio del primo Empathy Manifesto, realizzato insieme al contributo delle ‘nostrè persone, nell’ottica di perseguire non solo gli obiettivi legati al nostro settore, ma di provare a essere motore di un cambiamento della società del futuro – ha dichiarato Ugo Di Francesco, amministratore delegato del Gruppo Chiesi -. La Campagna ‘Infermieri, a viso apertò rappresenta un esempio di trasformazione del concetto di empatia in un’attività tangibile, di condivisione di quei valori che gli infermieri mettono in campo ogni giorno nell’assistere i pazienti e ai quali non può che andare la nostra gratitudine per il ruolo fondamentale che ricoprono, indipendentemente dalla pandemia”.
“Gli infermieri ci sono, ci sono stati, ci saranno. Lo sanno bene i cittadini che li riconoscono in questa pandemia come quei professionisti vicini ai pazienti, al proprio fianco per rispondere ai loro bisogni, per garantire l’umanizzazione dell’assistenza e la dignità del fine vita. Perchè per noi, come recita il Codice deontologico, ‘il tempo di relazione è tempo di curà – ha commentato Barbara Mangiacavalli, presidente FNOPI -. Impegno, professionalità e dedizione sono sotto gli occhi di tutti. Lavoriamo a viso aperto, bardati da tute di contenimento e tripli guanti di lattice di protezione, pagando un prezzo altissimo, sopperendo alle criticità delle strutture e alle carenze di personale che denunciamo da anni: in Italia occorrono subito 53mila infermieri, di cui gran parte sul territorio come infermieri di famiglia/comunità, per una vera assistenza a misura di cittadino”.
(ITALPRESS).