L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni: “Più informazione per i referendum sulla giustizia” del 12 giugno 2022.
In un comunicato stampa del 31 maggio 2022, Il Consiglio dell’Autorità – alla unanimità – ha richiamato la RAI e tutti i fornitori di servizi di media audiovisivi e radiofonici operanti in ambito nazionale Affinché garantiscano un’adeguata copertura informativa sui temi oggetto dei referendum indetti per il prossimo 12 giugno.
Lo scopo è quello di offrire ai cittadini una informazione corretta,imparziale e completa sui quesiti referendari e sulle ragioni a sostegno delle due opzioni di voto, favorevoli e contrarie ai referendum.
Osservando, ammonisce l’AGCOM, “i principi di pluralismo, obiettività, completezza e imparzialità dell’informazione”.
I 5 quesiti referendari sono tutti abrogativi. Per essere valido, il referendum deve raggiungere il quorum del 50% +1 dei votanti tra gli aventi diritto al voto.
Il primo -e forse più noto – dei quesiti a cui i cittadini sono chiamati a rispondere riguarda l’abrogazione della legge Severino (L. 235/2012).
La legge, che porta il nome dell’allora Ministro della Giustizia del Governo Monti, Paola Severino, riguarda l’incandidabilità e il divieto a ricoprire cariche elettive e di Governo per chi è stato condannato in via definitiva per delitti (non colposi).
Gli italiani devono rispondere sull’abrogazione di parte dell’articolo 274 del Codice di procedura penale, che riguarda le misure cautelari. Per esigenza cautelare, ricordiamo, si intendono tutte quelle misure restrittive che si applicano prima del giudizio. Per motivi come il rischio di fuga, inquinamento delle prove o reiterazione del reato.
Tema ricorrente nel dibattito politico, quello della cosiddetta separazione delle carriere, è un argomento spinoso che ritorna in questo quesito referendario. Che, con una serie di abrogazioni agli attuali codici e regolamenti, non permetterebbero più ai magistrati di passare durante la carriera da Giudice a Pubblico ministero e viceversa.
Il quesito riguarda la partecipazione dei membri laici a tutte le deliberazioni del Consiglio direttivo della Corte di cassazione e dei Consigli giudiziari. Con il quesito si chiede che gli avvocati parte di Consigli giudiziari possano votare “in merito alla valutazione dell’operato dei magistrati e della loro professionalità”.
Ultimo, il referendum abrogativo per chiedere che non ci sia più obbligo di raccolta da 25 a 50 firme di colleghi. Affinché un magistrato possa presentare la propria candidatura al Consiglio Superiore della Magistratura.
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