Mentre quelli attribuibili ai servizi di corrispondenza si sono ridotti del 5,7%: 1,52 miliardi di euro (in media all’anno, una riduzione del 4,3%).
Ogni fine/inizio anno è tempo di analisi, bilanci, consuntivi e previsioni per il futuro: insomma, tutto quello che serve per analizzare l’evoluzione di uno specifico settore. Ed è quello che ha fatto l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni nel settore delle telecomunicazioni, a lei demandato.
Un primo “focus” pubblicato dall’Authority ha riguardato il settore dell’editoria quotidiana e periodica, ed i ricavi complessivi registrati nel 2019 dalle principali imprese editrici che hanno registrato una flessione del 6,5%. È significativo sottolineare che, come ha rilevato l’AGCOM, negli ultimi dieci anni il mercato italiano si sia ridotto di oltre il 45%, con ricavi che dai circa 6,2 miliardi registrati nel 2010 sono passati lo scorso anno a meno di 3,4.
Un’altra analisi, che se vogliamo possiamo definirla parallela e in parte comprensiva della prima, l’Autorità per le comunicazioni l’ha riservata ai bilanci dei servizi postali ed alle principali evidenze contabili delle maggiori società operanti nel settore tra gli anni 2015 e 2019.
Secondo i dati snocciolati dall’AGCOM, i ricavi complessivi registrati nel 2019 dalle principali imprese operanti nei servizi di corrispondenza e consegna pacchi hanno registrato, su base annua, una crescita complessiva del 3,7%.
I RICAVI
Va tuttavia evidenziato come tra il 2015 ed il 2019 i ricavi derivanti dagli specifici servizi di consegna pacchi siano passati da 3,9 a 5,4 miliardi (+39%) mentre quelli attribuibili ai servizi di corrispondenza – tra i quali è annoverata anche la distribuzione dei prodotti editoriali – si sono ridotti del 5,7%.
In particolare, specifica il Rapporto dell’AGCOM: “Tra il 2010 e il 2019, il settore dei servizi postali è stato caratterizzato da profonde trasformazioni strutturali che hanno determinato un calo dei volumi da invio di corrispondenza e da una progressiva crescita dei volumi da consegna pacchi.
Ricavi da servizi di corrispondenza
I ricavi da servizi di corrispondenza (pari alla somma dei ricavi di Fulmine Group, Nexive e Poste Italiane, per quest’ultima rappresentati da quelli di mercato, da quelli relativi al Servizio Universale, dalle integrazioni tariffarie all’editoria, e dai servizi elettorali) si sono ridotti di 1,52 miliardi di euro (in media all’anno una riduzione del 4,3%).
Ricavi da servizi di consegna pacchi
I ricavi da servizi di consegna pacchi ( che fanno riferimento alle seguenti società: Bartolini, DHL Express Italy, GLS Italy, SDA, FedEx – TNT Global Express, United Parcel Service Italy -UPS e Amazon Italia Transport dal 2017), invece, nello stesso periodo, sono cresciuti di circa 2,11 mld. di euro (una crescita media annua del 5,7%).
Valore complessivo dell’aggregato
Il valore complessivo dell’aggregato, pertanto, cresce nel periodo del 7,6% passando da 7,88 mld. di € nel 2010 a 8,48 mld. di € nel 2020. Il peso dei servizi di corrispondenza diminuisce drasticamente passando dal 59% del 2010 al 37% del 2019.
Il risultato di esercizio
I dati del Focus sui bilanci delle maggiori società operanti nel settore postale rilevano anche che tra il 2015 ed il 2019 l’utile netto in rapporto ai ricavi è risultato mediamente pari al 4,3%, con valori più elevati per il Gruppo Poste Italiane rispetto alle altre imprese considerate (5,6% contro l’1,6%).
Nello stesso periodo, in rapporto al patrimonio netto, anche il risultato di esercizio risulta più alto per le imprese operanti nella consegna dei pacchi rispetto a quelle attive nei servizi di corrispondenza (11,2% contro l’8,9%).
Gli investimenti, pur sensibilmente aumentati nel corso del 2019 (da 595 milioni del 2018 a 815 milioni di € nel 2019) si confermano relativamente marginali rispetto agli introiti e pari al 5,2% dei ricavi nel 2019.
L’OCCUPAZIONE
Sul piano del lavoro e dei dipendenti i numeri sono in netto calo: gli addetti (circa 130.600 a fine 2019) risultano in flessione di circa 15.500 unità rispetto al 2015, riduzione dovuta principalmente ai processi riorganizzativi posti in essere dal Gruppo Poste Italiane, che rappresenta circa il 90% degli addetti, mentre gli organici diretti delle altre imprese aumentano, seppur di poco, anche in virtù di fenomeni di riorganizzazione e fusioni avvenuti nel settore.
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