ROMA (ITALPRESS) – “Io credo che anche noi come europei dovremmo fare una nostra riflessione approfondita, proprio nello spirito del recente appello del capo dello Stato, che condivido in toto – sia sul futuro della nostra politica verso l’Afghanistan e l’intero Medio Oriente – sia sulla capacita dell’Europa di essere protagonista della politica mondiale”. Lo scrive il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi al Corriere della Sera.
“La crisi afghana è solo l’ultima, in ordine di tempo, fra le situazioni internazionali che ci richiamano alle nostre responsabilità. Quante volte, negli anni, di fronte a un problema mondiale abbiamo detto (Kissinger fu tra i primi) che l’Europa deve parlare con una sola voce («non so quale numero di telefono comporre se devo parlare con l’Europa», mi disse una volta il mio amico George Bush, citando proprio una battuta dell’ex segretario di Stato). Quante volte abbiamo detto e pensato che potevamo e dovevamo fare di più ma ci siamo ritrovati in una condizione di sostanziale, rassegnata impotenza”.
“La Ue deve mettere in cantiere una reale politica di difesa comune dei confini – continua Berlusconi – Ma tutto ciò non è nemmeno successo, diciamolo con coraggio, perchè le troppe diversità di vedute su tanti temi essenziali: la formazione di minoranze di blocco, la costruzione di fronti del nord contro quelli del sud e viceversa (e potrei andare avanti all’infinito) hanno di fatto impedito all’Unione Europea di fare passi avanti concreti e definitivi. Hanno reso impossibile ragionare come una comunità di popoli liberi basata su valori condivisi e non su una continua faticosa negoziazione di interessi dei governi nazionali. Mentre sulla lotta alla pandemia, l’Europa (anche per il nostro intervento) ha saputo essere all’altezza della situazione, prendendo determinanti decisioni comuni, non abbiamo saputo fare altrettanto per esempio sul tema egualmente importante della lotta all’immigrazione clandestina. Su questo tema continuiamo ad invocare, non senza difficoltà e con pochi risultati, il sacrosanto principio della solidarietà, della condivisione e della redistribuzione tra i Paesi dell’Unione”.
“Lavoriamo – conclude Berlusconi – perchè l’Europa non sia marginale ma protagonista nel mondo, quale portatrice dei più alti valori della persona, del rispetto delle libertà e dei diritti umani. Partiamo da questa immane tragedia, per varare un grande Programma europeo di aiuto e sostegno. Cosi l’Europa sarà all’altezza del suo compito e così avremo dimostrato la nostra forza e il peso delle nostre idee”.
(ITALPRESS).
“La crisi afghana è solo l’ultima, in ordine di tempo, fra le situazioni internazionali che ci richiamano alle nostre responsabilità. Quante volte, negli anni, di fronte a un problema mondiale abbiamo detto (Kissinger fu tra i primi) che l’Europa deve parlare con una sola voce («non so quale numero di telefono comporre se devo parlare con l’Europa», mi disse una volta il mio amico George Bush, citando proprio una battuta dell’ex segretario di Stato). Quante volte abbiamo detto e pensato che potevamo e dovevamo fare di più ma ci siamo ritrovati in una condizione di sostanziale, rassegnata impotenza”.
“La Ue deve mettere in cantiere una reale politica di difesa comune dei confini – continua Berlusconi – Ma tutto ciò non è nemmeno successo, diciamolo con coraggio, perchè le troppe diversità di vedute su tanti temi essenziali: la formazione di minoranze di blocco, la costruzione di fronti del nord contro quelli del sud e viceversa (e potrei andare avanti all’infinito) hanno di fatto impedito all’Unione Europea di fare passi avanti concreti e definitivi. Hanno reso impossibile ragionare come una comunità di popoli liberi basata su valori condivisi e non su una continua faticosa negoziazione di interessi dei governi nazionali. Mentre sulla lotta alla pandemia, l’Europa (anche per il nostro intervento) ha saputo essere all’altezza della situazione, prendendo determinanti decisioni comuni, non abbiamo saputo fare altrettanto per esempio sul tema egualmente importante della lotta all’immigrazione clandestina. Su questo tema continuiamo ad invocare, non senza difficoltà e con pochi risultati, il sacrosanto principio della solidarietà, della condivisione e della redistribuzione tra i Paesi dell’Unione”.
“Lavoriamo – conclude Berlusconi – perchè l’Europa non sia marginale ma protagonista nel mondo, quale portatrice dei più alti valori della persona, del rispetto delle libertà e dei diritti umani. Partiamo da questa immane tragedia, per varare un grande Programma europeo di aiuto e sostegno. Cosi l’Europa sarà all’altezza del suo compito e così avremo dimostrato la nostra forza e il peso delle nostre idee”.
(ITALPRESS).