Ecco come il celebre vignettista, scomparso all’età di 72 anni, viene ricordato da alcuni suoi colleghi.
«Satira muta quella di Vincino, di poche parole, molto vicina a quello che penso io della satira. Era difficile per un comunista come lui non essere di parte. Lui non lo era, aveva libertà di giudizio anche verso la sinistra. Io spesso sono stato attaccato dai satirici, da lui mai. Era un caro amico e mi mancherà molto». Questo il ricordo di Giorgio Forattini per l’amico Vincenzo Gallo, più famoso con il suo nome d’arte Vincino, nato a Palermo il 30 maggio del 1946 e trasferitosi poi a Roma, dove è morto il 21 agosto. Nel 1972 si laurea in architettura e per l’esame di ammissione all’albo professionale redige il progetto di un centro sociale per ventimila persone, ricalcato sulla pianta del carcere dell’Ucciardone di Palermo.
Nella sua vita professionale collabora con un’infinità di giornali e riviste tra i quali ricordiamo: L’Ora, Lotta Continua, il Manifesto, l’Unità, l’Espresso, Linus, il Corriere della Sera, il Foglio, e molti altri ancora.
«È stato la nostra speranza, il nostro specchio, la nostra risorsa d’acqua e di alcol e di fumo», twitta “Il Foglio” ripetendo le parole dell’ultimo pezzo uscito che un mese fa ne recensiva l’autobiografia.
Staino, altro suo celebre collega, ne esalta la «satira compulsiva», che trae ininterrotto spunto da cronache e Tg.
Simile il ricordo di Marco Makkox: «Vincino? Il migliore. Sicuramente il più informato, un giornalista vero rispetto a noialtri che facciamo le vignette da cabaret. Lui un vero commentatore politico. A volte leggevo la sua vignetta e dovevo informarmi per capire a cosa si riferiva. Andava sulle mezze figure, non solo su Di Maio e Salvini che son buoni tutti. Aveva accesso in tribuna. E un segno meraviglioso».
A salutare Vincino, anche il collega Vauro (Vauro Senesi): «Hai disegnato i grandi mostri della politica italiana», scrive Vauro in un tweet «e mi hai lasciato solo con i mostriciattoli».
I due vignettisti avevano rifondato insieme nel 2011 la storica rivista di satira Il Male, chiusa poi dopo due anni, e alla cui prima fondazione, nel 1978, Vincino aveva già partecipato, dirigendo la testata per quattro anni, fino alla chiusura nel 1982.