Addio a Giampaolo Pansa, giornalista scrittore e saggista mai banale

Dagli inizi sulle colonne de “Il Monferrato” come critico cinematografico alle collaborazioni con La Stampa, passando a Vicedirettore di Repubblica e poi condirettore de L’Espresso.

E’ morto, all’età di 84 anni, il giornalista e scrittore Giampaolo Pansa. Nella sua lunga carriera ha lavorato per i principali quotidiani e settimanali italiani.

Nativo di Casale Monferrato (1º ottobre 1935), iniziò a scrive di cinema sulle pagine de “Il Monferrato” (associato USPI). In seguito collaborò con Epoca, L’Espresso, Repubblica, La Stampa, Il Giorno, Il Messaggero, il Corriere della Sera e Panorama. Restano nella storia i suoi reportage sulla Strage del Vajont, sull’attentato di Piazza Fontana e sullo scandalo Lockheed.

Autore di saggi e romanzi sulle vicende storiche del periodo della guerra di liberazione ha altresì dedicato numerose pubblicazioni ad alcuni dei fenomeni più significativi delle vicende politiche italiane degli ultimi decenni.

Negli anni 2000 pubblicò una serie di saggi dedicati agli anni della guerra e del primo dopoguerra focalizzati sulle violenze che sarebbero state compiute dai partigiani stessi: su tutti Il Sangue dei vinti. Libri che hanno suscitato accesi dibattiti e durissime polemiche sulla selezione delle fonti storiografiche che per alcuni erano quasi esclusivamente fonti revisioniste di parte fascista. Pansa si è sempre difeso con decisione da questa accusa, sostenendo di aver utilizzato fonti di diverso colore politico e di aver spesso descritto i crimini che certi esponenti fascisti avevano commesso ai danni dei partigiani prima di essere a loro volta uccisi.

Giampaolo Pansa lascia la compagna, anche lei scrittrice, Adele Grisendi.

(Foto in alto: Giampaolo Pansa, da wikipedia.com – autore Antonio Giovanni Colombo – licenza CC BY-SA 4.0)