SANREMO (ITALPRESS) – Al Festival di Sanremo è la serata delle cover dedicate alla canzone d’autore italiana e anche quella dell’omaggio a Lucio Dalla che avrebbe compiuto 78 anni. Ad augurare buon compleanno all’autore di «Piazza grande», in apertura della lunghissima diretta, è stato Giuliano Sangiorgi con i Negramaro con la versione non censurata di “4 marzo 1943”, pezzo che 50 anni fa il cantautore bolognese portò proprio a Sanremo.
Una serata che va veloce perchè sono 26 i cantanti a salire sul palco e ognuno è protagonista di un piccolo show. E sono più d’uno gli inciampi, da quelli tecnici – con la voce di Neffa, che accompagnava Noemi, fuori sincrono nella prima esibizione – e con il microfono di Fasma che non funziona, a quelli non previsti: Ibrahimovic bloccato dalla fila in autostrada per un incidente che arriva a Sanremo grazie al passaggio di un motociclista. Una serata in cui Fiorello, che incassa il plauso di Vasco Rossi con un messaggio vocale per “Gli scavi sopra”, si fa tagliare i baffetti da Amadeus, «perchè questa cosa che mi dicono che somiglio a D’Alema non la sopporto. Ciao D’Alema, torna George (Clooney, ndr)». Fiorello ironizza sulle dimissioni di Nicola Zingaretti da segretario del Pd: “Non è un buon momento per me, non è un monologo comico, sono affranto. Sono affrantissimo, mi ero limitato a due battutine su Zingaretti. E lui si dimette, per due battutine. ‘Mi dimetto perchè qui si parla di poltronè. E di cosa vuoi che si parli Zingaretti? Mi sento in colpa. C’è il Pd, amici del Pd, senza segretario. Il ministro della cultura Franceschini diventa segretario del Pd. Un consiglio per Zingaretti, o ti candidi sindaco di Roma o fai l’opinionista dalla D’Urso”.
E’ la sera di Mihajlovic che racconta la «malattia perfida arrivata all’improvviso» e canta «Io vagabondo» con Fiorello Ibrahimovic. Quella di Donato Grande, bomber della nazionale azzurra di powerchair football, «Sono riuscito a giocare a calcio, a divertirmi e a far divertire», che incontra e passa la palla a Zlatan Ibrahimovic e riceve in regala la sciarpa rossonera. Nella lunga serata a distinguersi sono i Maneskin che con Manuel Agnelli eseguono una potente versione di «Amandoti» dei CCCP. Lo Stato Sociale porta sul palco una delegazione di lavoratori dello spettacolo, interpretando “Non è per sempre” degli Afterhours.
(ITALPRESS)
Una serata che va veloce perchè sono 26 i cantanti a salire sul palco e ognuno è protagonista di un piccolo show. E sono più d’uno gli inciampi, da quelli tecnici – con la voce di Neffa, che accompagnava Noemi, fuori sincrono nella prima esibizione – e con il microfono di Fasma che non funziona, a quelli non previsti: Ibrahimovic bloccato dalla fila in autostrada per un incidente che arriva a Sanremo grazie al passaggio di un motociclista. Una serata in cui Fiorello, che incassa il plauso di Vasco Rossi con un messaggio vocale per “Gli scavi sopra”, si fa tagliare i baffetti da Amadeus, «perchè questa cosa che mi dicono che somiglio a D’Alema non la sopporto. Ciao D’Alema, torna George (Clooney, ndr)». Fiorello ironizza sulle dimissioni di Nicola Zingaretti da segretario del Pd: “Non è un buon momento per me, non è un monologo comico, sono affranto. Sono affrantissimo, mi ero limitato a due battutine su Zingaretti. E lui si dimette, per due battutine. ‘Mi dimetto perchè qui si parla di poltronè. E di cosa vuoi che si parli Zingaretti? Mi sento in colpa. C’è il Pd, amici del Pd, senza segretario. Il ministro della cultura Franceschini diventa segretario del Pd. Un consiglio per Zingaretti, o ti candidi sindaco di Roma o fai l’opinionista dalla D’Urso”.
E’ la sera di Mihajlovic che racconta la «malattia perfida arrivata all’improvviso» e canta «Io vagabondo» con Fiorello Ibrahimovic. Quella di Donato Grande, bomber della nazionale azzurra di powerchair football, «Sono riuscito a giocare a calcio, a divertirmi e a far divertire», che incontra e passa la palla a Zlatan Ibrahimovic e riceve in regala la sciarpa rossonera. Nella lunga serata a distinguersi sono i Maneskin che con Manuel Agnelli eseguono una potente versione di «Amandoti» dei CCCP. Lo Stato Sociale porta sul palco una delegazione di lavoratori dello spettacolo, interpretando “Non è per sempre” degli Afterhours.
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