Nel mese di maggio l’Istat stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registri una diminuzione dello 0,2% sia su base mensile sia su base annua (ad aprile la variazione tendenziale era nulla); la stima preliminare era -0,1%.
La flessione tendenziale dell’indice generale è imputabile prevalentemente alla marcata dinamica dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati, che accentuano il loro calo (da -7,6% a -12,2%).
L'”inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, e quella al netto dei soli beni energetici rimangono stabili rispettivamente a +0,8% e a +1%.
Anche la flessione congiunturale dell’indice generale è dovuta per lo più alla diminuzione dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati (-4,2%), solo in parte compensata dall’aumento dei prezzi dei Beni alimentari non lavorati (+1,2%).
L’inflazione acquisita nel 2020 è pari a -0,1% per l’indice generale e a +0,6% per la componente di fondo.
I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona rallentano lievemente da +2,5% a +2,4%, mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto registrano una variazione tendenziale nulla (da +0,8% di aprile).
“Nel mese di maggio l’inflazione in Italia torna negativa per la prima volta da ottobre 2016 (quando la flessione dell’indice generale fu pari a -0,2%) – commenta l’Istat -. Tuttavia, a determinare questo andamento è soprattutto la forte flessione dei prezzi dei carburanti (una delle componenti più volatili del paniere), che spingono la diminuzione dei prezzi dei prodotti energetici a un’ampiezza (-12,7%) che non si registrava da luglio 2009 (quando si attestò a -14,6%). Al netto degli energetici, l’inflazione sale infatti a +1% e la componente di fondo a +0,8%. In questo contesto, i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona mantengono una crescita sostenuta (+2,4%), rallentando di un decimo di punto rispetto ad aprile”.
(ITALPRESS).
La flessione tendenziale dell’indice generale è imputabile prevalentemente alla marcata dinamica dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati, che accentuano il loro calo (da -7,6% a -12,2%).
L'”inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, e quella al netto dei soli beni energetici rimangono stabili rispettivamente a +0,8% e a +1%.
Anche la flessione congiunturale dell’indice generale è dovuta per lo più alla diminuzione dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati (-4,2%), solo in parte compensata dall’aumento dei prezzi dei Beni alimentari non lavorati (+1,2%).
L’inflazione acquisita nel 2020 è pari a -0,1% per l’indice generale e a +0,6% per la componente di fondo.
I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona rallentano lievemente da +2,5% a +2,4%, mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto registrano una variazione tendenziale nulla (da +0,8% di aprile).
“Nel mese di maggio l’inflazione in Italia torna negativa per la prima volta da ottobre 2016 (quando la flessione dell’indice generale fu pari a -0,2%) – commenta l’Istat -. Tuttavia, a determinare questo andamento è soprattutto la forte flessione dei prezzi dei carburanti (una delle componenti più volatili del paniere), che spingono la diminuzione dei prezzi dei prodotti energetici a un’ampiezza (-12,7%) che non si registrava da luglio 2009 (quando si attestò a -14,6%). Al netto degli energetici, l’inflazione sale infatti a +1% e la componente di fondo a +0,8%. In questo contesto, i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona mantengono una crescita sostenuta (+2,4%), rallentando di un decimo di punto rispetto ad aprile”.
(ITALPRESS).