INPGI: i rilievi della Corte dei Conti alla sua gestione finanziaria e la replica dell’Istituto

L’Inpgi, secondo la Corte dei Conti, “non è in grado di mantenere la solvibilità prospettica, esaurendo il proprio patrimonio già nel 2028”. La causa, secondo l’ente di previdenza, è da ricondurre alla crisi del settore.

È stata trasmessa dalla Corte dei Conti al Parlamento la “Determinazione e relazione sul risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria dell’Istituto Nazionale di Previdenza dei Giornalisti Italiani ‘Giovanni Amendola’ (INPGI)”, all’interno della Sezione del Controllo sugli Enti, relativa all’operato 2017.

La Corte riferisce al Parlamento il risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria relativa all’esercizio 2017 dell’INPGI e i principali eventi verificatisi fino al 24 maggio 2019, data del deposito della “Determinazione” del 23 maggio 2019, n. 55.

I giudici della Corte dei Conti, nell’adunanza del 23 maggio 2019, hanno dichiarato che la situazione è “in deciso e assai preoccupante peggioramento. Si riduce ulteriormente il saldo della gestione previdenziale e assistenziale, attestandosi a -134,042 milioni di euro (a fronte di -114,3 milioni nel 2016; -111,9 milioni nel 2015, -81,620 milioni nel 2014, -51,649 milioni nel 2013): ai minori ricavi conseguiti rispetto al 2016 per 7,7 milioni si contrappongono infatti maggiori costi per 12,1 milioni.”

Le proiezioni del nuovo bilancio tecnico, evidenziano come l’Inpgi “non sia in grado di mantenere la solvibilità prospettica, esaurendo il proprio patrimonio già nel 2028”.

Anche l’analisi del settore che emerge non è affatto rosea: “Non accenna a deflettere la crisi occupazionale nel settore dell’editoria e la flessione dei rapporti di lavoro non mostra cenni di rallentamento. Nell’esercizio in esame, infatti, il numero di detti rapporti si riduce del 4,9 per cento (-889 contratti, a fronte dei -334 del 2016). Se si guarda ad un arco temporale più lungo, può rilevarsi come nel periodo 2012-2017 i rapporti di lavoro decrescano di ben 2.704 unità, con una riduzione del 15 per cento.”

Quindi, dalle prospettive poste in essere nella seguente relazione, il calo dei rapporti di lavoro attivi non sembra voler arrestarsi.

Inoltre, “Il patrimonio immobiliare dell’Ente, a fine 2017, esprime un valore residuo di 7,171 milioni, contro i 696,486 presenti al 1° gennaio 2013.”

La Corte dei Conti, sempre nelle conclusioni della relazione, fa notare come “già nella relazione relativa al precedente esercizio, questa Corte ebbe a sottolineare come il perdurante andamento negativo dei saldi della gestione previdenziale e assistenziale imponesse alla governance dell’Inpgi l’adozione urgente di severe misure atte a ristabilire un equilibrio previdenziale pesantemente compromesso dalla profonda crisi del settore dell’editoria, contraddistinta dalla sensibile contrazione dei contratti di lavoro e dal peso sempre crescente degli oneri per ammortizzatori sociali a carico dell’Istituto medesimo.”

Gli effetti del progetto di riforma avviato nel 2015 e completato nel 2017 si sono rivelati insufficienti allo scopo di conseguire condizioni di equilibrio strutturale, armonizzando l’ordinamento Inpgi con il sistema previdenziale generale. Le proiezioni del nuovo bilancio tecnico, riferito al periodo dal 2018 al 2067, evidenziano come l’Inpgi non sia in grado di mantenere la solvibilità prospettica, esaurendo il proprio patrimonio già nel 2028. Il documento attuariale evidenzia un saldo previdenziale negativo fino al 2046 e positivo dal 2047 a fine periodo, mentre il saldo totale è negativo fino al 2048 e positivo dal 2049 al 2067.”

L’equilibrio di gestione sarebbe conseguibile solo attraverso un idoneo numero di nuovi ingressi, che, ad oggi, non si stanno concretizzando in quanto legati alle dinamiche del mercato del lavoro, sulle quali l’Istituto non è in grado di intervenire.” Quindi la stessa situazione di crisi dell’Istituto sarebbe strettamente legata all’articolazione sempre più instabile e complessa del mercato del lavoro, con poca libertà di intervento e di movimento per l’Inpgi stesso.

La relazione della Corte “impone agli organi di amministrazione dell’Inpgi di porre responsabilmente in essere ulteriori interventi per rimediare ad una situazione che, altrimenti, rischia di compromettersi definitivamente, non mancando di monitorare costantemente gli eventuali scostamenti tra le ipotesi adottate nei calcoli attuariali e le effettive dinamiche, in modo da consentire eventuali interventi tempestivi ed efficaci.A giudizio di questa Corte, infine, non è compatibile con le ristrettezze finanziarie della Fondazione l’assunzione di impegni straordinari, che, del tipo dei finanziamenti al fondo ex Fissa, che possano riflettersi sui precari equilibri della gestione istituzionale.”

Il quadro generale tracciato non è di certo dei migliori. L’analisi delle condizioni dell’Istituto Nazionale di Previdenza dei Giornalisti Italiani, monitorate con uno scarto di due anni dalla Corte dei Conti, ci riporta semplicemente quello che è lo stato del settore: in difficoltà, con la seria necessità di interventi mirati che possano condurre il mondo editoriale e giornalistico su una nuova via lastricata di stabilità e innovazione.

Testo integrale della “Determinazione e Relazione sul risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria dell’Istituto Nazionale di Previdenza dei Giornalisti Italiani ‘Giovanni Amendola’ (Inpgi)”, Determinazione del 23 maggio 2019, n. 55, della Corte dei Conti.

La risposta dell’Inpgi non ha tardato ad arrivare.

L’ente previdenziale dei giornalisti ha ribadito i motivi che hanno portato alla situazione attuale con un post pubblicato su Inpginotizie.it, il blog di news a cura dell’ente, evidenziando alcuni passaggi della relazione, come la crisi di settore, i nuovi media, il recupero crediti e la gestione del patrimonio, e indicando quali cause del disavanzo il continuo calo occupazionale e le numerose uscite per pensionamenti.

L’Inpgi, tra l’altro, afferma che:“Tale scenario costituisce la logica conseguenza della persistenza dei fenomeni connessi alla crisi economica che ha interessato il settore editoriale (basti pensare che nel periodo 2013-2017, secondo un recente report di Mediobanca, i principali gruppi editoriali italiani hanno fatto registrare perdite nette per circa 1,2 miliardi di euro) e alle significative trasformazioni strutturali – sia con riferimento ai modelli organizzativi imprenditoriali che alle modalità in base alle quali viene esercitata la professione giornalistica – alle quali da tempo stiamo assistendo. Trasformazioni imputabili – tra l’altro – all’evoluzione dei comportamenti e dei costumi sociali dei fruitori del “prodotto informazione”, profondamente influenzati dalla rapidità dei processi evolutivi in campo tecnologico e dal repentino sviluppo dei nuovi media digitali.”

La replica completa dell’Inpgi nello scritto “INPGI / CORTE DEI CONTI: dal bilancio 2017 la conferma delle criticità della gestione previdenziale“, pubblicato su “INPGI NOTIZIE”.