È stato presentato all’Università Luiss il “Rapporto 2023 sulla Filiera delle Telecomunicazioni in Italia”, elaborato da Asstel-Assotelecomunicazioni in collaborazione con l’Osservatorio Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano, in cui si esaminano gli ultimi dati e statistiche del mercato italiano delle tlc.
Vengono inoltre chiariti i pilastri per lo sviluppo del settore, quali una trasformazione delle competenze, l’introduzione di nuove strategie di business, una nuova politica industriale, l’aggiornamento della regolamentazione del settore.
I dati del Rapporto
Nel primo semestre, la media annua del mercato tlc varia molto nel mondo: nei Paesi asiatici abbiamo una crescita del +7% nel 2022, contro il +1% americano e lo +0,5% europeo.
L’Europa, dunque, è in coda per crescita economica nel mondo, andando addirittura a chiudere il 2022 con un calo di -0,8 mld rispetto al 2021.
La Francia e la Germania sono i Paesi leader d’Europa, registrando rispettivamente il +2% e il +1%, in contrasto con il declino delle entrate italiane. I trend positivi dei due Paesi sono dovuti alla differenziazione dei canoni delle offerte per migliorare il servizio.
La situazione italiana
Nonostante i programmi di contenimento, i costi operativi italiani nel 2022 sono in aumento del +1%, mentre i prezzi di servizi e terminali sono calati a -1,4% (la media europea è a -0,4%).
Gli investimenti hanno toccato i 7 miliardi di euro, incidendo per il 26% sui ricavi totali degli operatori tlc. La marginalità del settore, in calo da anni, è quindi confermata dal saldo di cassa degli operatori tlc, pari a -3,8 miliardi di euro.
Il segno negativo è in parte dovuto alla maxi-rata da 4,5 miliardi del pagamento per l’acquisto di frequenze per il 5G, per allinearsi agli obiettivi del Decennio digitale europeo.
AGCOM attesta nei primi mesi del 2023 una ripresa dei ricavi per il mercato fisso (+3,4%), ma non per il mercato mobile che scende a -3,5%. Nonostante ciò, il volume del traffico dati continua a crescere, sia per rete fissa (+10%) che per la rete mobile (+31%).
Il valore del traffico dati mobili è infatti quasi triplicato, raggiungendo la percentuale di +184%, il fisso è stabile al +93%.
Tutti gli altri segmenti della filiera sono in positivo, anche per via della corrente trasformazione infrastrutturale. I ricavi complessivi degli attori che si occupano di gestire le torri per le comunicazioni valgono 2,2 miliardi di euro, in crescita del +16%.
Il mercato complessivo di fornitori di rete registra una crescita del +9% (4,3 mld) rispetto al 2021.
Il valore complessivo del mercato della vendita dei terminali si aggira intorno ai 5,6 mld di euro nel 2022, crescendo del +2%, grazie all’incremento dei prezzi degli smartphone.
Upskilling necessaria
I quattro pilastri, secondo il rapporto, sono fondamentali per rinnovare e per far riprendere il settore delle telecomunicazioni.
L’Italia, per lo studio Asstel, è all’avanguardia per quanto riguarda la regolamentazione aggiornata e nuove politiche industriali in atto. Le iniziative europee, la tutela dei diritti e la cybersicurezza sono al primo posto tra le priorità italiane.
Sono però necessari degli interventi di ristrutturazione e completamento delle infrastrutture tecnologiche e di mitigazione del costo dell’energia.
“La filiera delle tlc è strategica in quanto abilita la trasformazione digitale e i processi di innovazione del Paese, grazie alla connettività, alla creazione e allo sviluppo di nuovi servizi digitali ad essa direttamente collegati”, ha affermato Massimo Sarmi, presidente di Asstel-Assotelecomunicazioni.
Le tlc hanno infatti coinvolto il 97% del totale dei propri lavoratori per attività di upskilling e reskilling, per un totale di 6 giornate di formazione, in aumento rispetto alle 4 previste.
Tuttavia queste evoluzioni sono messe a rischio dalle dinamiche economiche che “stanno minando la sostenibilità del settore”, ha evidenziato il presidente di Asstel-Assotelecomunicazioni.
Articolo di T.S.