Privacy online, GPDP: la tutela dei minori nel Manifesto di Pietrarsa

Lo scorso 23 settembre, il Garante per la Protezione dei Dati Personali (GPDP) ha presieduto l’incontro “State of Privacy ’22” al Museo Nazionale ferroviario di Pietrarsa, a Napoli. L’evento si è concluso con la firma del Manifesto di Pietrarsa, che indica fondamentali linee guida per la salvaguardia dei dati personali dei minori. 

Gli obiettivi del Manifesto

Scopo del documento è consentire agli utenti, in particolare ai più giovani, di esercitare un effettivo controllo sui propri dati personali. Questi sono ben definiti dall’art. 4 del Regolamento UE 2016/679 (GDPR).

Il programma di Pietrarsa si articola in tre punti. In primo luogo, rendere trasparenti e accessibili le informative sul trattamento dei dati. Gli utenti vanno poi sensibilizzati al valore delle proprie informazioni personali. I firmatari si impegnano a promuovere prodotti di informazione e intrattenimento a questo scopo. Infine, devono essere approntati percorsi di formazione rivolti ai soggetti più deboli, come bambini e anziani.

Hanno partecipato all’incontro oltre 250 esperti e rappresentanti di soggetti pubblici e privati. Tra i firmatari del Manifesto, insieme al Garante della privacy Pasquale Stanzione, figurano la Polizia postale, la Guardia di Finanza, l’Università di Roma Tre, Sky, Mediaset e la Fondazione Telefono Azzurro. Significativa la partecipazione di rappresentanti delle principali Big Tech: Meta, Google, Microsoft, Amazon, Apple, TikTok e Oracle.

Giovani utenti numerosi e vulnerabili

I temi del Manifesto sono urgenti, perché la presenza dei minori sul web è precoce e massiccia. Lo ha mostrato il sondaggio EU Kids 2020, realizzato attraverso la collaborazione di 19 Paesi europei. Stando a questa indagine, il 51% dei bambini tra i 9 e i 10 anni usa lo smartphone ogni giorno. Per gli adolescenti tra i 15 e i 17 anni, la percentuale sale al 97%.

In Italia, il 23% dei bambini tra i 9 e i 11 anni visita ogni giorno un social network. Lo stesso vale per il 63% dei preadolescenti tra i 12 e i 14 anni, e per il 79% degli adolescenti. La pandemia di Covid-19 ha aumentato ulteriormente l’utilizzo delle piattaforme.

Le responsabilità dell’informazione

L’attenzione del Garante sulla tutela dei minori si estende agli organi di informazione. Le regole deontologiche in materia sono definite nella Carta di Treviso, approvata nel 1990 e recentemente aggiornata nel 2021. Pur in presenza di fatti di interesse pubblico e salvaguardando il diritto/dovere di informare, i giornalisti devono astenersi dal diffondere dati utili a rendere il minore identificabile.

Articolo di F.L.