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“Il merito principale è stato quello di riunire una squadra capace di tirare fuori l’azienda da una situazione complicata e guardare al di là delle frontiere classiche – ha aggiunto -. Il suo più grande errore? Forse chiedere a se stesso troppo. Lavorava in maniera ossessiva e se ne è andato troppo giovane. Come capita a chi rimane a lungo su questo tipo di posti, forse credeva di avere la verità solo lui”.
“La situazione della Renault è difficile, il primo semestre del 2020 è stato il peggiore della storia dell’azienda, abbiamo perso più di 7 miliardi di euro – ha sottolineato -. E’ stata strutturata per volumi più importanti, sono nella posizione di prendere decisioni che non sono facili e che avranno un impatto sulla vita della gente”. “Ai lavoratori chiedo uno sforzo ancora più importante perchè l’azienda ne ha bisogno – ha proseguito -. C’è una relazione fluida con la maggioranza dei sindacati, è chiaro che ognuno fa il suo gioco ma l’obiettivo non è quello di mandare a casa, anzi di proteggere il lavoro. La richiesta allo Stato è di darci fiducia nella gestione operativa”.
“Immagino una Renault creativa, orientata al design e capace di portare modernità, abbiamo bisogno di essere protagonisti in questo”, ha concluso.
(ITALPRESS).