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“Si può pensare – aggiunge – a un tracciamento tecnologicamente più penetrante rispetto a quello usato adesso. Il sistema non dovrebbe dare solo la notifica dell’avvenuto contagio, come fa Immuni, ma anche qualche forma di georeferenziazione per ricostruire la catena dei contatti. Lo proposi ad aprile ma mi dissero che non si poteva fare, le forze politiche erano tutte contrarie”. Per quanto riguarda le regioni più colpite “vanno fatte chiusure mirate, con precisione chirurgica. In questa fase non ha senso muoversi a livello regionale ma metropolitano, provinciale, comunale. Non è più il momento di lockdown generalizzati. Ma i governatori devono assumersi le loro responsabilità”. “L’andamento dell’epidemia – prosegue – è legato a quello che è successo due-tre settimane prima. Se guardiamo indietro, vediamo comportamenti a rischio in ambito ricreativo, tra serate fuori, movida e così via, e assembramenti in circoli, palestre, luoghi dove ci si incontra in tanti per manifestazioni varie. Poi ci sono i trasporti pubblici. Il tutto si convoglia nelle case, dove avviene la trasmissione intrafamiliare, che genera il maggior numero di casi.Così in certe zone del Paese si è perso il controllo, la crescita dei casi non è più lineare, ma esponenziale”.
(ITALPRESS).