MILANO (ITALPRESS) – “Il governo dovrebbe intervenire subito, in modo perentorio, chiarendo il modello di relazione con il mercato della società che gestirà la rete unica italiana, per fare in modo che la firma dell’accordo tra Tim e Cdp sia compatibile con le autorizzazioni dell’antitrust europeo”. E’ questo il pensiero di Innocenzo Genna, giurista specializzato in politiche e regolamentazioni europee per il digitale, la concorrenza e le liberalizzazioni, il quale intervistato da Italpress ha espresso i suoi dubbi circa l’attuale e indecifrabile politica del governo, ancora indeciso se lasciare il controllo della Rete Unica a Tim, oppure se propendere per un controllo statale. Da una parte, il ministro dell’Economia e delle Finanze Roberto Gualtieri – e con lui il Partito Democratico – sembra spingere per lasciare a Tim il controllo della nuova società, mentre dall’altra il ministro per lo Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli (a nome del Movimento 5 Stelle), sostiene la necessità di un controllo statale della società della Rete Unica, con le opposizioni (Giorgia Meloni in testa), che invocano una vera e propria nazionalizzazione della rete.
“La politica non ha ancora fatto capire cosa si vuole veramente – ha spiegato l’avvocato Genna -, ma dovrebbe farlo se vuole evitare scontri con l’antitrust e rischiare di invalidare l’accordo”. “Telecom sicuramente vorrà firmare un accordo prima della presentazione del bilancio agli azionisti, quindi entro il mese di marzo – ha aggiunto Genna -. Ciò vuol dire che nel giro di sei mesi si dovrà definire la governance e dare valore ai conferimenti di Tim in AccessCo, la futura società della Rete Unica. Si tratta di un passaggio delicato, che tra l’altro sarà oggetto dell’esame dell’antistrust europeo. E firmare un accordo a marzo, per poi subire dopo un anno un giudizio negativo da parte dell’Europa sarebbe deleterio”. Anche perchè le recenti dichiarazioni del commissario europeo alla Concorrenza Vestager hanno segnalato proprio le criticità di una rete unica che non sia indipendente da qualsiasi operatore al dettaglio.
(ITALPRESS).
“La politica non ha ancora fatto capire cosa si vuole veramente – ha spiegato l’avvocato Genna -, ma dovrebbe farlo se vuole evitare scontri con l’antitrust e rischiare di invalidare l’accordo”. “Telecom sicuramente vorrà firmare un accordo prima della presentazione del bilancio agli azionisti, quindi entro il mese di marzo – ha aggiunto Genna -. Ciò vuol dire che nel giro di sei mesi si dovrà definire la governance e dare valore ai conferimenti di Tim in AccessCo, la futura società della Rete Unica. Si tratta di un passaggio delicato, che tra l’altro sarà oggetto dell’esame dell’antistrust europeo. E firmare un accordo a marzo, per poi subire dopo un anno un giudizio negativo da parte dell’Europa sarebbe deleterio”. Anche perchè le recenti dichiarazioni del commissario europeo alla Concorrenza Vestager hanno segnalato proprio le criticità di una rete unica che non sia indipendente da qualsiasi operatore al dettaglio.
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