Forse ci renderemo conto solo tra qualche tempo di quanto il lockdown ci abbia cambiato e di quanto abbia cambiato le nostre abitudini di vita. Moltissime persone hanno imparato durante il periodo passato dentro le mura domestiche a gestire la propria vita sempre più con l’ausilio della rete e dei servizi sempre più completi che essa offre. Tutta questa serie di abitudini e nuove conoscenze rimarrà anche una volta finita la pandemia, è giunto il punto di non ritorno, almeno per quanto riguarda l’utilizzo dei maggiori servizi del web. A dirlo è un’analisi di Pictet Asset Management, il gruppo di gestioni patrimoniali e del risparmio fondato a Ginevra nel 1805.
“Quella che stiamo vivendo – affermano Sylvie Séjournet, senior investment manager e Anjali Bastianpillai, senior product specialist di Pictet – è un’espansione senza precedenti del nostro mondo digitale. L’esperienza vissuta negli ultimi mesi ha portato alla ricerca di tecnologie sempre migliori, un trend che offre opportunità allettanti per le aziende che possono fornirle”.
I servizi di e-commerce, streaming, social network, istruzione online ecc, hanno permesso il proseguimento della vita in una maniera il più simile possibile al “solito” durante il lockdown e questo ha condotto a una crescita esponenziale di questi settori, crescita che, secondo lo studio, non si attenuerà con il finire della pandemia e con i graduali allentamenti alle restrizioni imposte dai vari Stati.
Ma perché? Se consideriamo che attualmente solo il 59% della popolazione mondiale ha accesso a Internet, ci rendiamo conto che già solo questo dato fa emergere un evidente margine per un’ulteriore espansione. Senza considerare che circa il 34% della popolazione mondiale è costituito dalla cosiddetta “generazione hashtag” (persone nate in un mondo già digitale tra il 1991 e il 2005), che continua a crescere a livello numerico, ma soprattutto inizia ad aumentare il suo potere economico e la necessità di soluzioni sempre più digitali e online. Per quella fetta di popolazione cresciuta con internet, la connessione e la multimedialità diventano necessarie e il bisogno di sistemi sempre più iperconnessi è alla base della maggior parte delle esperienze di vita.
Il 5G, tema per altro molto dibattuto negli ultimi anni, sta accelerando il proprio sviluppo proprio grazie alle sfide digitali che la pandemia ci ha posto davanti. Le criticità emerse a livello nazionale e globale hanno fatto sì che si rendesse sempre più necessario un salto di qualità che stravolga il nostro sistema attuale. Infatti, il 5G a sua volta alimenterà l’espansione dell’Internet delle cose (Internet of Things, IoT), aprendo così un universo di possibilità digitali pressoché illimitato.
La maggiore connettività dell’IoT svilupperà maggiormente la vita digitale a partire dalla quotidianità. I settori che maggiormente vedranno continui sviluppi saranno, secondo lo studio, quelli dell’e-commerce e del software come servizio (Software as a Service, SaaS), tecnologia necessaria per le piattaforme di work from home, nonché per l’istruzione online, l’archiviazione su cloud e le teleconferenze.
“Quindi, per quanto le misure di lockdown siano temporanee, hanno dimostrato quanto sia elevato il progresso raggiungibile nel mondo digitale e, soprattutto, in quanto poco tempo. E tanto più la digitalizzazione avanzerà, tanti più dati si avranno per migliorare l’esperienza e il processo di digitalizzazione. L’intelligenza artificiale – concludono – farà sempre più parte della nostra vita quotidiana con i suoi servizi digitali basati su algoritmi ultrasofisticati”.