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Chi aspira a ricoprire ruoli nei palazzi del potere dovrà pensarci più di una volta, lo scotto da pagare sarà (primo fra tutti) non potere più tornare ad indossare la toga di giudice in un’aula di giustizia. “Si scrive nero su bianco una norma – avverte perentorio il ministro – il magistrato che entra in politica, una volta eletto ha perso il requisito di terzietà, per questo il magistrato che viene eletto non potrà più tornare alla magistratura”.
Regole rigide che varranno anche per chi intende semplicemente tentare la via delle elezioni. “Un magistrato – chiarisce – non può candidarsi nel territorio in cui ha esercitato negli ultimi 2 anni”. E il Csm non potrà essere considerato uno sbocco nella carriera di un politico. “Non è possibile tra i membri laici – annuncia Bonafede – eleggere persone che ricoprono o hanno ricoperto ruoli politici in governi nazionali e regionali”.
(ITALPRESS).