Boom per lo streaming video, +60% rispetto al 2019. Trend probabilmente “stabile per il futuro”

È boom per lo streaming video (+60%), soprattutto tra i giovanissimi. È questo il dato più rilevante del nuovo studio sulla crescita del consumo di video online, condotto da Sensemakers, partner di Comscore in Italia, presentato oggi da Fabrizio Angelini, CEO e Founder Sensemakers, e Andrea Zannin, Partner e Head of Qualitative Beyond Research, in un webinar aperto al pubblico. 

La ricerca fornisce una panoramica dei risultati di una ricerca ad hoc integrata da una serie di fonti censuarie (Auditel, Comscore digital Audience Suits, Beyond Research) e si è articolata in tre macroaree: 

  • Reach, modalità, contesti di fruizione e comportamenti dei fruitori;
  • Profilo multidimensionale dei principali player;
  • Possibili evoluzioni future, uno sguardo al futuro. 

Si rilevano delle discontinuità importanti, il lockdown ha accelerato dei fenomeni di almeno 3 o 4 anni, fenomeni ora abbastanza sedimentati.

“La sempre maggiore propensione del pubblico italiano ai contenuti video, amplificata durante la quarantena, sembra prefigurare una crescita stabile per il futuro”. 

Secondo le stime dell’Agcom sui dati Comscore l’audience dei fruitori di video on demand a marzo 2020 è cresciuta del +60% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente mentre in base alle rilevazioni di Auditel il numero di visualizzazioni di video online sui siti dei broadcaster televisivi è più che raddoppiato sia a giugno che nella prima metà di luglio rispetto agli stessi periodi del 2019 (la misurazione delle App è partita lo scorso dicembre). 

Il consumo in app rimane molto impattante per quanto riguarda il tempo speso, meno per le visualizzazioni. Soprattutto sulle fasce giovanili c’è una fetta consistente di traffico che arriva dal digitale in confronto alla TV tradizionale. 

L’altro dato importante è la significativa crescita del multiscreen: la TV rimane il primo dispositivo a cui si affiancano smartphone e/o pc anche tra i giovani/adulti. Durante la survey, 2 intervistati su 3 (il 63%) hanno dichiarato di fare attività di second screen quando guardano la tv, principalmente sullo smartphone per completare e arricchire l’esperienza di visione. 

L’altro tema interessante, che sta modificando le modalità di fruizione, riguarda il costo: le persone sono più disposte a sottoscrivere abbonamenti a Netflix e Amazon Prime Video perché riconoscono l’ottimo rapporto qualità-prezzo di queste piattaforme che raccolgono un core target specifico, ovvero giovani famiglie, con un’istruzione elevata. 

Quando si fruisce di contenuti video su qualsiasi tipo di device durante l’arco della giornata? Un grande addensamento si registra intorno alla prima serata allargata, anche nel mondo ondemand, nonostante quello fosse il presidio temporale della tv tradizionale. 

Invece, per quanto riguarda le tempistiche di fruizione dei video, in base alle rilevazioni Auditel, la stragrande maggioranza delle clip e dei contenuti originali digitali (generalmente di breve durata) è visualizzata entri i primi due giorni dalla pubblicazione mentre circa il 50% dei cosiddetti Full Content (ovvero episodi completi di Serie e Film) è visto dopo i 15 giorni pubblicazione confermando la capacità del digitale di estendere la vita (e il valore) delle produzioni più impegnative. Questo trend valorizza di conseguenza l’inventory. 

“Il periodo che stiamo vivendo se da un lato ha confermato il ruolo dominante della televisione lineare nel racconto dell’attualità, di eventi collettivi da vedere ‘insieme e in diretta’, dall’altro ha incredibilmente accelerato la crescita della fruizione digitale dei video. Non si tratta più soltanto di visualizzazioni individuali e brevi, trainate da specifici interessi e con device personali ma di visioni sempre più spesso familiari, guidate dalla qualità dei contenuti, dalla ricchezza dell’offerta e dalla semplicità di utilizzo delle piattaforme. La fruizione digitale dei video riesce quindi ormai a coprire bisogni di intrattenimento, informazione e formazione durante tutto l’arco della giornata di fasce sempre più ampie di popolazione. Il livello di competizione è sicuramente destinato ad aumentare ulteriormente con i diversi player che – oggi posizionati su specifici assi di differenziazione – integreranno la propria offerta sfruttando anche la crescita del numero di TV connesse ad Internet nei prossimi mesi”.

Fabrizio Angelini CEO e founder di Sensemakers