ROMA (ITALPRESS) – Per rilanciare l’economia italiana, dopo l’emergenza sanitaria che ha colpito il Paese, vanno bene gli incentivi economici contenuti nei diversi decreti varati dal governo, ma serve anche una strategia di sviluppo e competenza. Ne è convinto Guido Carella, presidente di ManagerItalia, l’associazione che rappresenta oltre 37mila manager di diversi settori economici del Paese, che all’Italpress ha cercato di spiegare ciò che manca ancora per un vero rilancio dell’Italia. “Rispetto all’ultimo decreto le impressioni sono buone, nel senso che finalmente ci si sblocca un pò di più, ma ci vogliono un pò più di azioni vere per il rilancio del Paese. Stiamo gestendo una situazione di messa in sicurezza sanitaria, la prima cosa senza la quale non si riparte, ma serve anche la messa in sicurezza economica dei lavoratori, delle famiglie e delle imprese. E’ stato fatto tanto di buono, ma ci sono tempi lunghissimi. Il Paese deve ripartire dalle competenze, bisogna mettere in campo le persone che sanno fare le cose nei ruoli giusti. Bisogna smetterla che ci sia gente che fa cose non nei loro ruoli, perchè si crea confusione”. Entrando più nell merito delle azioni messe in campo dal governo, Carella ha osservato come “ci vuole un’azione di rilancio che non si è vista. Il mondo del terziario è stato quello più colpito, perchè legato agli eventi, ai musei, al turismo, ai servizi che sono bloccati da mesi e tante di queste sono professionalità necessarie per la nostra economia, fondamentali per la ripresa e per farlo in un certo modo”.
Per Carella “i soldi devono essere dati con una strategia di base sotto, dobbiamo riprenderci e per farlo bisogna ricostruire l’Italia, quindi ci vuole anche un filo logico che consideri quali sono i nostri obiettivi. I soldi devono essere usati per produrre meglio, per competere meglio, per essere più produttivi, altrimenti torneremo a essere una economia non compèetitiva”.
(ITALPRESS).
Per Carella “i soldi devono essere dati con una strategia di base sotto, dobbiamo riprenderci e per farlo bisogna ricostruire l’Italia, quindi ci vuole anche un filo logico che consideri quali sono i nostri obiettivi. I soldi devono essere usati per produrre meglio, per competere meglio, per essere più produttivi, altrimenti torneremo a essere una economia non compèetitiva”.
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