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“C’è un accordo sulle riaperture? Bene – osserva Capobianco -, ma nessuno a oggi sarebbe in grado di mettersi a norma in un giorno. Non sono pronte le aziende e non sono pronti neanche i consumatori: lunedì chi andrebbe in sicurezza a mangiare al ristorante, o dal parrucchiere?”. Il presidente di Conflavoro ricorda che “abbiamo esposto le nostre ragioni ai rappresentanti del governo, spiegando che non era possibile aprire subito. Prima servono aiuti alle aziende, incentivi per adeguarsi alle norme di sicurezza e permettere ai consumatori di riprendere la fiducia nelle relazioni sociali. Per noi si può riaprire quando lo Stato è in grado di assicurare agli imprenditori di poter accogliere le misure di sicurezza, quando si è in grado di fornire, a prezzi contenuti, i dispositivi di protezione personale, quando le aziende saranno in grado di fare fatturato. A oggi non c’è nessuna pianificazione e ci sono comparti che hanno bisogno di diverse attenzioni, perchè le attività produttive non sono tutte uguali”. Inoltre Capobianco fa notare che “una volta che l’azienda apre la saracinesca i costi aumentano e se un’attività, un’azienda non è del tutto pronta c’è il rischio che chiuda il giorno dopo. Se vedo la luce in fondo al tunnel? Per ora non vedo nemmeno l’interruttore”, conclude.
(ITALPRESS).