PAVIA (ITALPRESS) – Una maxi frode da oltre 40 Milioni di euro nel settore del commercio all’ingrosso di metalli ferrosi e’ stata scoperta dalle fiamme gialle pavesi.
L’operazione ha disarticolato un’associazione a delinquere
transnazionale capeggiata da due imprenditori italo-svizzeri.
In tutto sono sette le ordinanze eseguite quest’oggi.
In carcere sono finiti i promotori della frode: due fratelli incensurati e un ex direttore dell’ufficio postale 2 di Vigevano. Mentre ai domiciliari sono finiti i due figli dell’ex direttore e un’altra persona coinvolta nella maxi frode. Peculato, frode fiscale, uso indebito di carte di credito sono alcuni dei reati contestati, a vario titolo, ai membri dell’associazione a delinquere.
E’ stato cosi’ scoperto un vortice di fatture false e bonifici in transito sui conti correnti di svariate societa’, tutte scatole vuote, aventi sede in Lombardia, Piemonte e Friuli Venezia-Giulia che celavano l’attivita’ dei due fratelli italo-svizzeri, oggi arrestati, amministratori di una societa’ anonima elvetica e veri dominus di una serie di societa’ italiane ed estere – con sedi in
Svizzera, Slovenia e Croazia -, operanti nel settore della lavorazione dei metalli ferrosi.
Scopo del milionario giro di fatture false era frodare l’IVA, che di fatto non veniva versata nelle casse dello Stato.
I conti correnti, inoltre, erano collegati a decine di carte prepagate intestate a ignari clienti dell’ufficio postale a cui era stata rubata l’identita’ approfittando della momentanea disponibilita’ dei loro documenti acquisiti durante le
operazioni di sportello.
(ITALPRESS).
L’operazione ha disarticolato un’associazione a delinquere
transnazionale capeggiata da due imprenditori italo-svizzeri.
In tutto sono sette le ordinanze eseguite quest’oggi.
In carcere sono finiti i promotori della frode: due fratelli incensurati e un ex direttore dell’ufficio postale 2 di Vigevano. Mentre ai domiciliari sono finiti i due figli dell’ex direttore e un’altra persona coinvolta nella maxi frode. Peculato, frode fiscale, uso indebito di carte di credito sono alcuni dei reati contestati, a vario titolo, ai membri dell’associazione a delinquere.
E’ stato cosi’ scoperto un vortice di fatture false e bonifici in transito sui conti correnti di svariate societa’, tutte scatole vuote, aventi sede in Lombardia, Piemonte e Friuli Venezia-Giulia che celavano l’attivita’ dei due fratelli italo-svizzeri, oggi arrestati, amministratori di una societa’ anonima elvetica e veri dominus di una serie di societa’ italiane ed estere – con sedi in
Svizzera, Slovenia e Croazia -, operanti nel settore della lavorazione dei metalli ferrosi.
Scopo del milionario giro di fatture false era frodare l’IVA, che di fatto non veniva versata nelle casse dello Stato.
I conti correnti, inoltre, erano collegati a decine di carte prepagate intestate a ignari clienti dell’ufficio postale a cui era stata rubata l’identita’ approfittando della momentanea disponibilita’ dei loro documenti acquisiti durante le
operazioni di sportello.
(ITALPRESS).