Per il Presidente del Consiglio occorre scommettere sulla “qualità, sulla credibilità, e sul radicamento nel territorio”.
Il premier Paolo Gentiloni, il 15 febbraio scorso, è intervenuto al Convegno ‘Con le radici nella storia, scriviamo il futuro’ (vedi video su Youtube, postato in streaming da Palazzo Chigi) che si è svolto a Messina nel Teatro Vittorio Emanuele II, e organizzato per presentare al pubblico il nuovo progetto editoriale che vede insieme ‘Gazzetta del Sud’ e ‘Giornale di Sicilia’.
«Si è parlato più volte di morte della radio, della televisione… – ha sottolineato Gentiloni – abbiamo visto che la radio gode di ottima salute e la Tv, tutto sommato, se l’è cavata molto meglio di quanto si pensasse 15-20 anni fa».
La sfida è sulla qualità e la credibilità
«La sfida dunque non è una sfida per la sopravvivenza, ma per la qualità e la credibilità. – ha insistito il Presidente del consiglio – Perché quella ‘cornice’, quella ‘chiave di lettura’ che mi danno i giornali io le utilizzo e le acquisto, spendendo dei soldi in edicola o sull’ online, nella misura in cui mi danno qualità e credibilità: quel qualcosa in più che non posso trovare andando a inseguire minuto per minuto l’enorme continuo flusso di informazione che dilaga nella rete. Questo mestiere ha bisogno sempre più di credibilità, di affidabilità, di qualità. E io penso che ci sia un grande avvenire anche per la nostra informazione e i nostri giornali televisivi, di carta e online se si assume questo requisito di fondo».
«Se non c’è quella credibilità, se non c’è quella qualità, tutto è più difficile.» – ha proseguito il Capo del governo – «Ho grande fiducia nella fantasia e nel coraggio con cui gli editori italiani nei prossimi anni affronteranno le nuove scelte e sfide».
Il radicamento nel territorio
Per Gentiloni: «Una delle chiavi del successo per il futuro dell’informazione e dell’editoria dei giornali e dell’emittenza, oltre alla qualità alla credibilità, è la radice nel territorio. Questo è valido in ogni parte del mondo».
Quindi, qualità autorevolezza e radici profonde nel territorio sono, ad avviso del Primo Ministro, le armi per superare la crisi.
«E’ un messaggio – ha rimarcato il Premier – non solo per i giornali, ma anche per la politica, le imprese e la nostra classe dirigente. Le radici nel territorio restano fondamentali: guai a immaginare la possibilità di dare una risposta ai problemi del Paese astraendoci dalla nostra realtà. A noi serve esattamente il contrario: se vogliamo dialogare con il mondo, se vogliamo essere aperti al mondo e accogliere chi arriva nei nostri territori dobbiamo essere legati alle nostre radici e alla nostra identità. Questo è il modo di essere ‘italiani’ nel contesto globale che abbiamo davanti».
Il compito del Governo
«Il Governo – ha aggiunto Gentiloni – potrà fare due cose per il settore dell’editoria:
– la prima è accompagnare questa traversata non semplice, con misure come quelle che il sottosegretario Lotti, oggi ministro, assunse nel corso di questi anni, tese a favorire la transizione;
– in secondo luogo ciò che i governi e gli Stati possono fare è trovare la misura per arginare la prepotenza di alcuni giganti del web».
Con la consapevolezza – ha precisato – «che stiamo arginando una cosa meravigliosa, perché questi giganti del web che minacciano e creano problemi alla fiscalità, comunque consentono l’accesso all’informazione a miliardi di persone e sono una meravigliosa, incredibile invenzione». Internet «che ha cambiato radicalmente il nostro modo vivere, di lavorare, di comunicare è nata ed è tuttora una gigantesca impresa spontanea, privata. Poi sono nati i colossi, 6-8 giganti americani e cinesi che dominano questo mondo, mai il campo di gioco è un campo di gioco privato».
Soprattutto, ha confermato il Presidente, «abbiamo un deficit europeo rilevante e non sarà facile colmarlo rispetto a Cina e Stati Uniti. Credo che dobbiamo ridurre almeno lo svantaggio da due punti di vista:
– la tutela, della qualità e della riservatezza dei dati dei nostri concittadini che non possono essere liberamente oggetto di scorrerie da soggetti multinazionali;
– e la questione dell’armonizzazione fiscale per quanto riguarda l’Europa».
«E’ noto, infatti, – ha concluso Gentiloni – che ci siano regimi fiscali diversi che fanno in modo che questi grandi colossi si concentrino in alcuni Paesi e il resto dell’Europa non abbia entrate fiscali; entrate che sarebbero fondamentali per sostenere la nostra economia in generale e il settore dell’informazione in particolare».
Foto del Convegno ‘Con le radici nella storia, scriviamo il futuro’: autore Tiberio Barchielli, tratte da www.governo.it (licenza CC BY-NC-SA 3.0 IT)