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5G, Italia in prima fila in UE | Cardani, AGCOM, “Italia in largo anticipo”

Il Presidente AGCOM, Angelo Marcello Cardani, il 14 novembre ha tenuto in Parlamento un’Audizione in merito all’indagine conoscitiva dell’Autorità “Sulle nuove tecnologie nelle telecomunicazioni con particolare riguardo alla transizione verso il 5G e alla gestione dei big data”.

Secondo la gran parte degli analisti del settore è atteso che il 5G segnerà al contempo un’evoluzione e una rivoluzione dei sistemi. Il processo evolutivo è necessario per soddisfare la crescente domanda di traffico dati da parte degli utenti, dovuta non solo al massivo consumo di contenuti multimediali da parte degli utenti finali […]. Si prevede, pertanto, che il 5G sarà in grado di abilitare nuovi modelli di business non solo per gli operatori di telecomunicazioni, ma anche per nuovi player, quali ad esempio Over The Top (OTT)”.

Il Presidente inizia con lo spiegare che nel settembre 2016 la Commissione Europea ha presentato la Comunicazione concernente un Piano di azione per lo sviluppo del 5G in Europa (cosiddetto Action Plan): “Tale Piano si sviluppa secondo alcune linee di azione che prevedono una collaborazione tra Commissione, Stati membri e industria per la fissazione di una tempistica comune per il lancio in Europa delle reti 5G […] ai fini del raggiungimento entro il 2025 del target delle aree urbane e delle principali linee di trasporto terrestre per la copertura 5G ininterrotta”.

In Italia, le autorità pubbliche incaricate della gestione dello spettro, seguendo l’Action Plan della Commissione Europea, hanno immediatamente avviato le opportune iniziative per lo sviluppo del 5G. In particolare, la collaborazione tra Agcom e Ministero dello sviluppo economico (MISE) ha dato vita a varie attività che hanno consentito di delineare la strategia 5G italiana volta a raggiungere gli obiettivi chiave stabiliti dalle Direttive UE.

Il lavoro dell’Autorità va di pari passo con quello del MISE che, nel 2017, ha lanciato un bando pubblico per progetti di sperimentazione finalizzati alla realizzazione di trial 5G pre-commerciali in cinque città italiane, raggruppate in tre aree geografiche: Area metropolitana di Milano (Area 1); le città di Prato e L’Aquila (Area 2); le città di Bari e Matera (Area 3). Le prove 5G sono iniziate alla fine del 2017 e possono essere condotte fino a giugno 2020.

L’Italia “ha compiuto i passi necessari a promuovere la diffusione del 5G con largo anticipo rispetto alla gran parte degli altri Stati europei, come riconosciuto nel Rapporto Desi 2019” (Digital Economy and Society Index), dove “il parametro relativo all’aspetto frequenziale del 5G è l’unico in cui l’Italia primeggia”. Per Cardani, inoltre, “i limiti che ha l’Italia non hanno un parallelo in altri paesi, derivano da un’eccessiva preoccupazione”.

In chiusura, Cardani affronta il problema del recente dibattito sullo sviluppo della tecnologia 5G, che riguarda la sicurezza delle reti ma anche gli effetti ambientali e sanitari: “Mi riferisco, in particolare […] allo sviluppo di tecnologie critiche quali l’intelligenza artificiale, la robotica, la cyber-sicurezza. Il Codice delle comunicazioni elettroniche fissa le condizioni e gli obblighi a cui devono conformarsi gli operatori nell’esercizio delle attività di rete. Le questioni inerenti la sicurezza sono, invece, state alimentate dalla crescente preoccupazione delle Istituzioni europee e nazionali sul grado di concentrazione dei sistemi di sviluppo e offerta delle tecnologie e sul controllo nella gestione di dati, informazioni e servizi per la Pubblica amministrazione, ivi inclusi quelli dell’Intelligence, a fronte delle “potenzialità” e “pervasività” delle tecnologie e reti 5G. Mentre sembra rientrata la preoccupazione iniziale degli effetti ambientali e sanitari del 5G, tecnologia che tra l’altro espone a un “inquinamento” elettromagnetico molto inferiore rispetto ai 2G/3G/4G”.

Cardani conclude: “Il tema della sicurezza e dell’integrità delle reti è estremamente vasto e complesso e non può essere affrontato solo dal punto di vista regolatorio”.
In ogni caso, è stata istituita una cabina di regia nazionale presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri che vede la partecipazione di diversi organismi e in cui è coinvolta anche l’AGCOM. Bisognerà studiare e capire come questo stravolgimento epocale influenzerà anche il mondo dell’editoria e dell’informazione, che ormai si muove prevalentemente sul web e sulle reti mobili.

Irene Vitale

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