Argomenti attualissimi quelli trattati durante il terzo appuntamento del ‘mercoledì degli editori’. “I mercoledì nascono dopo il periodo della quarantena e dopo una rivoluzione che ha cambiato anche il mondo dell’editoria”, spiega Sara Cipriani, Vice Segretario Generale di USPI, che insieme al Segretario Generale USPI, Francesco Saverio Vetere, ha condotto questo 3° incontro sul tema della rivoluzione dei dati del consumo online con Fabrizio Angelini, CEO e fondatore di Sensemakers, e Luca Lani, CEO di Citynews.
Quali sono state le ripercussioni del Covid-19 su internet, sui consumi online, in particolare nel mondo editoriale?
La collaborazione tra USPI e Comscore “va avanti da diversi anni, quindi un piacere condividere i dati con voi”, inizia Angelini, dati presentati durante il “Caffè con Comscore”, webinar di qualche settimana fa. “Comscore, grande misuratore dell’universo digitale, lavora incrociando un dato machine to machine, proveniente da un tag che gli stessi editori implementano sui propri siti. Queste informazioni vengono poi calibrate con un panel abbastanza consistente e questa integrazione serve a trasformare i segnali digitali che vengono dal tag in teste e in teste con un profilo sociodemografico”, continua il fondatore di Sensemakers.
Cosa è successo con la pandemia? La cosa più importante, secondo Angelini, è quella di saper riconoscere fenomeni più persistenti che rimarranno quindi anche dopo la crisi e fenomeni più transitori. “Il mondo dei media è stato pesantemente impattato su scala globale: l’aumento del tempo speso sui siti è un segnale forte, la crisi è stata un acceleratore per la migrazione sul consumo dei servizi digitali”.
Angelini sottolinea come il device prevalente di navigazione oggi è il mobile e spiega che ben 10 property hanno superato la soglia dei 30 milioni di visitatori unici, tra cui Citynews e Ciaopeople, associati USPI. Con questo lockdown, il dato davvero rilevante è che il digitale è entrato nella dieta mediatica degli italiani in modo importante, anche se Comscore sottolinea come ancora siamo indietro rispetto agli altri Paesi europei fortemente tecnologizzati per quanto riguarda infrastrutture, device e copertura di rete, problematiche importanti che vanno risolte anche tramite il confronto e il lavoro con le istituzioni, per continuare a favorire lo sviluppo del settore e “l’USPI vuole giocare un ruolo importante in questo”, afferma Vetere.
In particolare, “le app rappresentano una leva di fidelizzazione e di incentivazione all’utilizzo molto importante, tanto che il 67% del tempo speso è in app”, continua Angelini.
Pubblicato da Unione Stampa Periodica Italiana su Mercoledì 3 giugno 2020
L’altro dato profondamente interessante è l’importanza, dimostrata ancora di più durante il periodo di lockdown, delle local news le quali “hanno un percepito di autorevolezza, credibilità e attendibilità superiore a tutte le altre tipologie di informazione perché meno legate a dinamiche politiche o a contaminazioni di altro genere. In un momento in cui a ciò si associa anche un tema di utilità, il valore sale perché il dato locale interessa molto di più”, spiega Angelini. I dati di aprile vanno verso un’ottica di normalizzazione, le crescite si stanno attenuando anche per l’assuefazione delle persone rispetto ai contenuti relativi al Covid-19.
Lani nel suo intervento riconosce alcune tendenze come per esempio il “grande utilizzo dell’app durante il lockdown” che ha permesso l’entrata di traffico diretto e un maggiore rapporto diretto con gli utenti, “senza l’intercessione di soggetti terzi come motori di ricerca o social”.
“Per darvi un po’ di numeri, in media avevamo 500.000 mila sessioni sulle app prima del lockdown, verso il 20-25 febbraio siamo schizzati a 1 milione fino ad arrivare a 1,2 milioni ad aprile. Parliamo di numeri molto grandi. La chiave di questo successo è stato l’utilizzo delle notifiche, che permettevano alle redazioni di mandare breaking news che invitavano il lettore a tornare sull’app a leggere la notifica in push”, spiega il CEO di Citynews e poi commenta: “in un’epoca normale sarebbe risultato fastidioso, in quel frangente è stato ritenuto estremamente utile dai lettori perché c’erano molte informazioni basilari e importanti anche per l’avvicinamento alla fase 2”.
Tutto questo, secondo Lani, “è un invito a investire in tecnologia, sicuramente. Il problema a monte è che bisogna fornire all’utente un’informazione che non trova da altre parti tanto da pagare un abbonamento. Bisogna strutturarsi anche per dare dei contenuti aggiuntivi: niente pubblicità per gli abbonati, contenuti più approfonditi, diversi”.
“Chi è stato più serio, chi ha coperto le notizie locali, chi ha dimostrato di avere una redazione che funziona andrebbe in qualche modo tutelato”, riprende Angelini, piuttosto che premiare solo chi copia una notizia ma essendo più indicizzato ha più visualizzazioni.
Vetere, sul finale, sottolinea come negli ultimi anni, visti i dati attuali, il lavoro sull’editoria online locale è stato ben svolto, vista la crescita importante dal punto di vista delle audience ma soprattutto della reputation e della fidelizzazione dei lettori. Angelini conferma che questo dato è stato fotografato da Comscore, e non solo, l’unico problema è nell’ambito economico, nell’autosostentamento del settore digitale.
Mercoledì 10 giugno, sempre ore 18:00 prossimo appuntamento con “Il mercoledì degli editori”! Ci vediamo online sulla pagina Facebook dell’Unione Stampa Periodica Italiana.