25 marzo 2021: ”Dantedì”, centinaia di eventi per il VII centenario dalla morte del sommo poeta

Grande mobilitazione digitale per il VII centenario dalla morte di Dante Alighieri.

Il 25 marzo è la Giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri, istituita nel 2020 dal Consiglio dei ministri su proposta del Ministro della cultura Dario Franceschini.

Il 25 marzo – data che gli studiosi riconoscono come inizio del viaggio nell’aldilà della Divina Commedia – si celebra in tutta Italia e nel mondo il genio di Dante con tante iniziative organizzate dalle scuole, dagli studenti e dalle istituzioni culturali.

L’edizione del 2021 inoltre ricorre nel settecentesimo anniversario della morte del Sommo Poeta.

“Siamo appena al secondo anno del Dantedì e già assistiamo a una crescita enorme delle iniziative, nonostante il momento difficile che stiamo attraversando. Sono centinaia gli eventi in tutta Italia nei musei, nei teatri, nelle biblioteche e negli archivi”, ha dichiarato il ministro della Cultura, Dario Franceschini.

“La gran parte sono in streaming, ma danno la prova esatta di quello che in poco tempo è successo intorno al Dantedì, con la mobilitazione e il coinvolgimento di tutti i livelli istituzionali, di tante associazioni culturali. Questo ci fa capire quello che succederà nei prossimi anni, quando saremo usciti da questa terribile epidemia: il Dantedì diverrà un pezzo stabile e importante della storia d’Italia” ha concluso il Ministro della cultura.

Sul sito del MiC sono già oltre 200 le iniziative in modalità remota presenti nella pagina dedicata al Dantedì, con eventi digitali in tutta Italia per onorare Dante Alighieri e la sua opera: webinar, mostre digitali, video, dirette streaming, live su YouTube con letture, seminari, performance, esposizioni di documenti d’archivio, codici e manoscritti danteschi, tour virtuali.

La parte del leone spetta alle Soprintendenze archivistiche e agli Archivi di Stato, ad oggi mobilitati con ben 54 eventi, spesso incentrati sulla ricca e preziosa documentazione conservata. Ma anche le biblioteche statali e comunali, i musei, i parchi archeologici e persino ambasciate e istituzioni culturali straniere presenti in Italia parteciperanno alla seconda edizione di questa giornata.

Dal 25 marzo 2021, la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze partecipa alle Celebrazioni per i 700 anni dalla morte di Dante Alighieri,  proponendo sul proprio sito istituzionale il progetto virtuale dal titolo Ma dimmi chi tu se’. Incontrarsi dentro e fuori la Commedia di Dante.

Sul sito web del Ministero della Cultura al link  è disponibile un ricco palinsesto di iniziative, in continuo aggiornamento, alla portata di tutti coloro che, nonostante la pandemia, vorranno celebrare Dante Alighieri.

La Divina Commedia al tempo del rap

Ma la Divina Commedia non è solo un’opera per studenti del liceo (annoiati) e per adulti dotti. Affascina anche i giovani con gusti e preferenze dissimili.

Claver Gold e Murubutu  (alias Daycol OrsiniAlessio Mariani, docente di filosofia e storia) hanno riletto Dante in “Infernum” un concept album del 2020 in cui, brano dopo brano, si attraversano le suggestive atmosfere dell’inferno dantesco: da «Selva oscura» a «Caronte», da «Paolo e Francesca» a «Lucifero», o come «Pier della Vigna», al quale è legato il tema del bullismo, o «Taide», personaggio minore ricordato solo in un verso, ma che non poteva passare sotto silenzio. come ricordano gli autori

Un percorso di attualizzazione e comunicazione attraverso i suoni e le metriche tipiche del rap.

«All’inizio eravamo titubanti, ma dopo il primo brano abbiamo capito che direzione prendere e come i personaggi potessero essere oggi attualizzati. – chiarisce Murubutu, in una intervista a Silvia Morosi sul Corriere.it del 18 marzo scorso – La Divina Commedia colpisce tutti e tornandoci sopra, anni dopo, regala suggestioni diversi, che a scuola abbiamo recepito solo in modo parziale, come accade con tanta letteratura».

Cosa colpisce? «Al centro non ci sono la politica o la morale, ma l’uomo e le sue debolezze, e Dante non manca di raccontare le sue e quelle dell’umanità tutta. Insomma, è un’opera antropocentrica. Un’opera che ci rimanda al periodo infernale che stiamo vivendo oggi, ma ci ricorda anche l’importanza di un linguaggio che stiamo perdendo, che si sta impoverendo. Insomma, un modo di tornare al fondatore della lingua», ha spiegato il rapper.