MILANO (ITALPRESS) – “Le distorsioni emerse in questi anni dimostrano che così com’era regolato il Reddito di cittadinanza andava rivisto”. Lo dice in una intervista a “Il Corriere della Sera” il presidente del Veneto Luca Zaia. “Non le indico io, ma le inchieste della Guardia di finanza: c’è chi poteva lavorare e non l’ha fatto e chi, addirittura, ha lavorato in nero. Casi che non hanno diritto al Reddito di cittadinanza” sottolinea per poi aggiungere: “A chi ha veramente bisogno il sostegno dovrà essere garantito, come avviene in molti Stati europei. Gli altri dovranno cercarsi un lavoro. Questo passaggio era inevitabile” e poi prosegue: “Bisogna ricalibrare tutto il meccanismo. L’intervento serve a fare chiarezza e a procedere d’ora in poi in maniera puntuale. Chi avrà titolo per percepirlo lo avrà”. Quindi sui tagli al Pnrr, dice: “Lamentarsi sarebbe scontato e fin troppo facile. Facciamo in modo che questo ‘nuovò Pnrr ci aiuti a costruire una ‘nuovà Italia”.
“Anche il Veneto ha subito un taglio di 775 milioni. Io sono stato il primo, dopo lo scoppio della guerra, a suggerire una rinegoziazione del Pnrr, come previsto dall’art. 21 dello stesso”. Ma non lo si è fatto perchè “il governo di allora decise di andare avanti come previsto. Io però, a questo punto, ricordo che di quei 230 miliardi di euro una parte è a fondo perduto ma abbiamo anche preso a prestito un sacco di miliardi e li dobbiamo restituire”. I tagli hanno fatto male: “Confido che il governo mantenga l’impegno annunciato a coprire gli investimenti saltati facendo ricorso al Fondo di coesione e sviluppo. Vigileremo perchè succeda davvero”. Per il governatore veneto si poteva fare meglio: “Con un taglio chirurgico magari molti investimenti si potevano salvare. I Comuni sono in difficoltà perchè hanno gli appalti in corso. Sarebbe grave se per l’inerzia di qualcuno pagassero tutti. L’Europa non ci aspetta e attende che passiamo dalle parole ai fatti”. Come? “Prendiamo il taglio di 16 miliardi come una “riprogrammazione”. Come Paese abbiamo la possibilità di mettere a punto un nuovo progetto strategico dirottando gli investimenti sul Repower, cioè sulle fonti alternative. In Veneto prevediamo di spendere un miliardo e 600 milioni sull’idrogeno verde”.
“Anche il Veneto ha subito un taglio di 775 milioni. Io sono stato il primo, dopo lo scoppio della guerra, a suggerire una rinegoziazione del Pnrr, come previsto dall’art. 21 dello stesso”. Ma non lo si è fatto perchè “il governo di allora decise di andare avanti come previsto. Io però, a questo punto, ricordo che di quei 230 miliardi di euro una parte è a fondo perduto ma abbiamo anche preso a prestito un sacco di miliardi e li dobbiamo restituire”. I tagli hanno fatto male: “Confido che il governo mantenga l’impegno annunciato a coprire gli investimenti saltati facendo ricorso al Fondo di coesione e sviluppo. Vigileremo perchè succeda davvero”. Per il governatore veneto si poteva fare meglio: “Con un taglio chirurgico magari molti investimenti si potevano salvare. I Comuni sono in difficoltà perchè hanno gli appalti in corso. Sarebbe grave se per l’inerzia di qualcuno pagassero tutti. L’Europa non ci aspetta e attende che passiamo dalle parole ai fatti”. Come? “Prendiamo il taglio di 16 miliardi come una “riprogrammazione”. Come Paese abbiamo la possibilità di mettere a punto un nuovo progetto strategico dirottando gli investimenti sul Repower, cioè sulle fonti alternative. In Veneto prevediamo di spendere un miliardo e 600 milioni sull’idrogeno verde”.
foto: Agenzia Fotogramma
(ITALPRESS).