Via alla Global Minimum Tax: “passo importante per tassazione equa”

Dal 1° gennaio 2024 sono in vigore in Italia le nuove norme della Global Minimum Tax, istituita dall’Unione europea nel 2022 per le grandi multinazionali attive negli Stati membri. 

Tutte le società che avranno entrate finanziarie superiori ai 750 milioni di euro annui saranno soggette a un’aliquota minima di tassazione corrispondente al 15% degli utili

Riflettori sulle big tech

Le norme introdotte puntano a stabilire una maggiore equità fiscale e finanziaria in Ue e nel Mondo, adattandosi specialmente al settore digitale. 

Grazie all’applicazione del “Pilastro 2”, condiviso dall’OCSE, la “corsa al ribasso” sulle aliquote fiscali giunge così al termine e le grandi multinazionali tecnologiche saranno le prime a sentirne le conseguenze.

La Direttiva Ue sulla Global Minimum Tax si è impegnata a stabilire una “imposta aggiuntiva”: in caso di una tassazione inferiore al 15%, si prevede un’imposizione integrativa per ciascun Paese per raggiungere l’aliquota effettiva stabilita dal “Secondo Pilastro” dell’OCSE.

Il potenziale finanziario della riforma

Nonostante i 140 Paesi firmatari, l’assenza di Cina e Stati Uniti non è passata inosservata.

La “storica riforma”, come la definisce Paolo Gentiloni, Commissario Ue all’Economia, “segna un passo importante verso un sistema di tassazione delle imprese più equo. Riducendo l’incentivo per le imprese a spostare i profitti verso giurisdizioni a bassa tassazione, le nuove regole contribuiranno a frenare la cosiddetta ‘corsa al ribasso’ sulle aliquote fiscali sulle società nell’Ue e nel mondo. Incoraggio tutti i firmatari dell’accordo fiscale globale a portare avanti le parole e ad attuare rapidamente questa riforma chiave, che ha il potenziale di generare 220 miliardi di dollari extra ogni anno per aiutare i Paesi di tutto il mondo a finanziare investimenti cruciali e servizi pubblici di alta qualità”.

Articolo di T.S.