Ue fa causa alla Cina, impone alle aziende hi-tech di cedere i brevetti

La Commissione europea ha annunciato di aver fatto causa alla Cina rivolgendosi all’Organizzazione mondiale del commercio (World Trade Organization -WTO-), per le restrizioni imposte da Pechino alle imprese dell’Ue che si rivolgono a un tribunale nazionale per proteggere i propri brevetti hi-tech.

Secondo Bruxelles, la Cina esercita una pressione attraverso i propri tribunali per costringere le aziende hi-tech europee a cedere a basso prezzo o addirittura a costo zero le loro tecnologie, come quelle sul 5G.

In particolare, i titolari di brevetti che scelgono di rivolgersi a tribunali al di fuori della Cina sono spesso soggetti a pesanti ammende e, in sostanza, a pressioni affinché accettino diritti di licenza più bassi rispetto alle tariffe di mercato. 

Per molti analisti, la vicenda confermerebbe il tentativo della Cina di difendere e rafforzare la propria egemonia tecnologica.

L’azione legale

Secondo quanto riportato dal Sole24Ore, Bruxelles rimprovera al governo cinese di boicottare le aziende europee ogni qualvolta esse si rivolgono nei tribunali Ue a chiedere giustizia per l’uso illecito, o senza compenso, dei propri brevetti.

“Le aziende europee hanno il diritto di chiedere giustizia a condizioni eque quando la loro tecnologia viene usata illegalmente”, spiega in un comunicato il vicepresidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis.

Infatti, secondo le norme del commercio internazionale, i titolari dei brevetti devono concederli in licenza ai produttori, a condizioni eque, ragionevoli e non discriminatorie. Ma nel caso in cui il produttore non rispetta queste condizioni e produce senza licenza, il titolare dei diritti può chiedere un compenso, rivolgendosi a una corte di giustizia.

La vicenda politica

Dal 2020 la magistratura cinese ha deciso di emettere delle ordinanze che impediscono alle imprese europee di difendere i propri interessi nei tribunali occidentali, con multe da 130mila euro al giorno per chi non si adegua.

Nei fatti, Pechino sostiene che i beni finali sono prodotti in Cina e che la competenza è quindi dei tribunali cinesi.

Le pesanti multe dissuadono le aziende europee dal rivolgersi alla loro magistratura nazionale, perciò, secondo la Commissione Ue, le società con brevetti hi-tech non possono legittimamente difendere le proprie tecnologie e tutto ciò danneggia l’innovazione e la crescita in Europa.

“Dobbiamo proteggere la vivace industria dell’high-tech europea, un motore per l’innovazione che garantisca il nostro ruolo di guida nello sviluppo del settore”, ha concluso Valdis Dombrovskis.

Articolo di I.M.