Ue: Amazon, Google e Meta accusate di lobbying non trasparente

Amazon, Google e Meta avrebbero agito sui processi legislativi del Parlamento europeo in maniera non dichiarata.

È quanto sostengono tre eurodeputati, che lo scorso 13 ottobre hanno denunciato la questione al Registro per la Trasparenza dell’Unione europea.  

Influenze non dichiarate su leggi chiave

Le tre Big Tech avrebbero influenzato le decisioni sul Digital Markets Act (DMA) e il Digital Services Act (DSA) servendosi di cinque gruppi di pressione esterni. Questi sono privi di legami dichiarati con le tre aziende statunitensi. Tra essi c’è il Connected Commerce Council, che ufficialmente rappresenta piccole e medie imprese.

Ricordiamo quanto i durre Regolamenti citati siano importanti per il settore digitale. Il DMA è una legge antitrust tesa diminuire lo strapotere delle grandi piattaforme. Limita l’utilizzo esclusivo dei dati e il monopolio dei ricavi pubblicitari.

Il DSA stabilisce un chiaro principio di legalità per le piattaforme online, obbligandole alla rimozione dei contenuti illeciti. Vieta inoltre le pubblicità mirate sui minori e la profilazione degli utenti sulla base dei dati sensibili. Impone infine la trasparenza degli algoritmi.

Secondo l’accusa, il Parlamento europeo non era al corrente del fatto che le cinque lobby coinvolte operassero su mandato dei tre colossi tecnologici. Se la violazione fosse dimostrata, i tre europarlamentari (i socialdemocratici Paul Tang, René Repasi e Christel Schaldemose) richiederebbero l’uscita di Meta, Amazon e Google dai sistemi di lobbying dell’Unione europea.

La risposta delle Big Tech

Amazon ha risposto negando di collaborare con il Connected Commerce Council in ambito europeo, pur riconoscendo i suoi legami con lo stesso gruppo negli Stati Uniti.

Google ha invece rivendicato un legame trasparente con la lobby. Da Meta non è ancora giunto un commento.

Articolo di F.L.