Si sono tenuti oggi a Roma, nella Sala Capitolare, presso il Chiostro di Santa Maria sopra Minerva, gli Stati generali ingegneria nell’informazione.
I lavori sono stati aperti dal Sen. Minasi, che ha voluto l’evento: “stiamo lavorando a regole che accompagnino il corretto utilizzo di queste tecnologie nuove (come l’IA), senza limitarle. La disinformazione, soprattutto online, è diffusissima e deve essere combattuta con ogni mezzo. Durante questo convegno verranno toccati anche i temi dei benefici e dei rischi dell’IA, come opportunità e strumento”.
In particolare, il primo panel è stato dedicato al tema della stampa e della libertà di informazione. Dal titolo “libertà di stampa, digitale e fake news”, questo secondo momento di confronto è stato coordinato dal Presidente USPI, Antonio Delfino, che ha richiamato i valori dell’Unione Stampa Periodica Italiana e il suo costante impegno per il settore editoriale.
Durante questo primo panel, c’è stato anche l’intervento, come relatore, del Segretario Generale USPI, Francesco Saverio Vetere: “l’editoria giornalistica è storicamente circoscritta perché si sviluppata con l’invenzione del torchio di Gutenberg. L’editoria di informazione si sviluppa in un certo modo perché è il prodotto di un certo sviluppo tecnologico. Il giornale è un oggetto però limitato nello spazio e nel tempo e per questo è nata una professione specifica: quella del giornalista, con specifiche tecniche di mestiere.
Il giornalismo si sviluppa dal punto di vista della concettualizzazione, tramite il principio dell’autocontrollo. L’atto di autodisciplina funziona solo se trova un governo con regole forti, ecco perché il concetto nasce in Inghilterra. Lo sviluppo tecnologico è stato fondamentale e con esso anche quello delle infrastrutture. Questo ha permesso (e permette ancora) la crescita dell’attività giornalistica”, ha iniziato Vetere.
“Negli anni ’70 passammo da un tipo di composizione tipografica a un’altra, questo sviluppo rese inutile una serie di figure dell’impresa editoriale; i grafici editoriali. Quindi fu fatta una (la legge n. 416/1981) che ha permesso il prepensionamento dei grafici. La macchina ha fatto finire alcuni mestieri e ne ha fatti nascere degli altri”.
“Quindi, penso che anche questo tipo di sviluppo inaspettato avrà delle conseguenze sul lavoro giornalistico. L’autocontrollo funziona solo con governi forti e potenti e internet non ha mai trovato, dalla sua nascita, dei governi del genere con cui scontrarsi. Sono stati gli OTT a governare il sistema fuori da ogni tipo di regolamentazione”.
Di conseguenza, “l’informazione online è così aumentata a dismisura, non riusciamo a sviluppare il nostro senso critico per quanta è. Qui si è posto il problema delle fake news. Come si risolve? Limitando la libertà di informazione? Non si può. I giornali sono stati fonti di disinformazione da sempre. Con internet ora è il problema è la quantità”.
Il punto, secondo il Segretario Generale dell’USPI è che “alcune regole dell’informazione dovrebbero valere anche su internet ma non è così. La normativa era carente e siamo stati lenti dal punto di vista di legislativo. Siamo vittime della disinformazione e delle fake news, ma dobbiamo trovare la giusta regolamentazione secondo la vera coscienza del settore editoriale. Le macchine sono fatte dall’uomo e funzionano secondo regole che l’uomo stesso dà alla macchina. È una tecnologia, l’uomo è tecnico, ce lo insegna anche Platone nel ‘Protagora’”.
“La persona si realizza nella tecnica e negli strumenti. Temo che dietro questi grandi annunci delle istituzioni che si raccomandano di prestare attenzione alla centralità dell’uomo, si annidino interessi lobbystici. Nel mondo dell’editoria ci sono già degli attori che hanno polarizzato il settore sotto a un unico sindacato e un unico contratto, che hanno lasciato l’editoria minore in difficoltà per un lungo periodo”.
Anche il Vice Presidente USPI, Giuseppe Corasaniti, ha preso la parola durante l’evento: “Si fa un gran parlare di IA senza capire in che consiste. Si ha il terrore di questo strumento, in tutti gli ambiti, perché ci si sente messi in discussione. Ma l’uomo è sempre stato al centro e lo sarà anche questa volta. Il modello in questione non è unico, ma è diversificato, è un insieme di tecniche rispetto alle quali l’approccio Ue è solo giuridico, ma il diritto non risolve tutto. Le regole sono importanti non perché tracciano una via ma perché aiutano lo sviluppo dell’essere umano. Il mondo delle tecnologie è un mondo in cui siamo già immersi. Che ruolo avrà il nostro Paese e l’Ue nella produzione e gestione di sistemi e dati? Oggi gli interessi sono forti e quindi ci salveremo solo con una forte coscienza europea su questi temi. La cultura tecnologica deve assisterci e indirizzarci ed è l’unica speranza che l’uomo ha”, ha concluso Corasaniti.
Il video integrale degli interventi è nel video sottostante. Il panel USPI è da minuto 40 a 1h e 27 min:
Qui di seguito, invece, il solo panel dell’USPI:
Galleria immagini:
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