Rete unica, a che punto siamo in Italia

Prosegue il lavoro per la rete unica in Italia. È TIM il principale soggetto che si sta occupando del progetto, ma soprattutto delle ingenti infrastrutture che vanno realizzate.

In Italia “non c’è mai stata una rete unica”, spiega il CEO di Vivendi e consigliere di Tim, Arnaud De Puyfontaine, invitato al Meeting di Rimini a parlare di innovazione e digitalizzazione al servizio della persona.

“Ora Tim può essere in posizione leader per creare lo scheletro e accelerare la velocità di diffusione della banda larga extraveloce”. “La Rete unica è il giusto passo da fare, possiamo essere a un punto di svolta”.

“Lo ripeto sempre, vogliamo essere proattivi e costruttivi per creare questa rete unica a vantaggio di tutte le imprese e i cittadini italiani, e stiamo facendo il possibile affinché questo avvenga”, ha concluso poi.

Lo stesso Vittorio Colao, ministro per l’innovazione, aveva affrontato il tema della concorrenza per la costruzione delle infrastrutture in Italia. “Idealmente ci piacerebbe avere concorrenza tra le infrastrutture ma l’Italia, per come è fatta, in questa fase, sembra non essere in grado di avere una concorrenza di infrastrutture. Quindi l’idea, il progetto è quello di mettere assieme la proprietà, in questo caso della rete fissa, della fibra, ma in realtà ci sono già altre soluzioni di collaborazione anche sul mobile”.

Per ora è TIM che la fa da padrona, in ogni caso ci aspettano “probabilmente 5-6 anni di grandi investimenti in fibra, investimenti in 5G e in infrastrutture informatiche”, che è ciò che occorre davvero al nostro Paese.