OpenAI, fino a 5 milioni di dollari annui per articoli degli editori USA

Nuovi accordi sul banco di Sam Altman, CEO di OpenAI, con diversi editori americani al fine di usufruire dei contenuti degli articoli pubblicati. Le somme offerte si aggirano tra 1 e 5 milioni di dollari all’anno.

Gli editori, tuttavia, trovano irrisorie le cifre offerte paragonate soprattutto alle richieste di OpenAI e ciò che esse comportano a lungo termine.

Tensioni tra industrie tech e l’editoria

Come è noto, ci sono già dei precedenti di editori che hanno trattato con case tecnologiche per sperimentare l’Intelligenza Artificiale

È il caso di Axel Springer, gruppo editoriale tedesco, che a giugno 2023 ha avviato un nuovo progetto: una testata che pubblica solo articoli prodotti da IA. Inoltre a dicembre, il colosso editoriale ha ultimato un accordo con la società di Sam Altman, per far addestrare Chat-GPT 4 con gli articoli dei suoi giornali.

Anche Apple si sta muovendo nella stessa direzione. La casa della Mela sembra offrire agli editori somme più consistenti, ma con richieste che inficiano di più a lungo termine. L’azienda vorrebbe infatti continuare ad avere a disposizione tutti gli articoli anche per un uso futuro, qualora lo ritenesse necessario. 

Da questa richiesta, sorge un problema di copyright che ha ultimamente evidenziato il New York Times. Il giornale aveva tentato nell’aprile 2023 degli accordi con Altman. Accordi falliti e conclusi con una causa dello scorso dicembre, che investiva anche un’altra big tech, Microsoft, e che denunciava la violazione del copyright.

Il NYT sosteneva che le due aziende tech stessero cercando di sostituirsi alla famosa testata usando un database di articoli che proveniva proprio dal giornale stesso. L’uso degli articoli per l’addestramento di Chat-GPT è quindi una violazione del diritto d’autore dal valore molto più alto del prezzo proposto da OpenAI per l’accordo e che ha delle conseguenze a lungo termine.

Articolo di T.S.