OpenAI, esclusività “GPT” respinta da ufficio brevetti USA

L’ufficio brevetti degli Stati Uniti (U.S. Patent and Trademark Office –USPTO-), ha respinto la richiesta di OpenAI di registrare l’acronimo “GPT” (Generative Pre-trained Transformer) per impedire ad altre società di utilizzare l’acronimo e rivendicare il nome come proprio.

“GPT” è solo descrittivo 

“L’avvocato incaricato di esaminare i marchi non è convinto”, afferma l’USPTO, rifiutando la domanda di esclusività di OpenAI. 

Già dal debutto di ChatGPT, nel novembre 2022, la società tecnologica aveva provato ad ottenere l’acronimo “GPT”. Nel maggio 2023 la richiesta era stata respinta una prima volta, con la motivazione da parte dell’USPTO che l’acronimo era “meramente descrittivo”. Per l’Ufficio americano, quindi, “GPT” rappresenta semplicemente una caratteristica del prodotto della compagnia.

L’avvocato di OpenAI ribatte che l’acronimo “utilizza termini specifici del mondo dell’intelligenza artificiale che il consumatore medio non capirà. […] Se camminassi per strada e chiedessi a un campione di persone cosa significa GPT, è altamente dubbio che molti saprebbero immediatamente che sta per la dicitura “trasformatore generativo pre-addestrato”.

L’USPTO aggiunge che ha deciso di respingere ulteriori domande di esclusività per evitare di soffocare la concorrenza nel settore tecnologico, in favore di un marchio e di una società che ha già una forte influenza sul mercato (il suo valore è triplicato in 3 anni). 

Articolo di T.S.